Piero Angela

di GIANCARLO IACCHINI

Oggi 13 agosto, proprio nel giorno della sua scomparsa, siamo fieri (e commossi) di annoverare Piero Angela (1928-2022) tra i nostri maestri ideali. Questo perché la verità, insieme alla giustizia e alla libertà, fa parte integrante dell’abc dei valori e dei principi democratici in cui profondamente crediamo. Il perché lo ha spiegato lo stesso Angela: «Curiosamente, mentre si parla molto spesso di partecipazione intesa come uno strumento di sviluppo democratico, raramente si parla di divulgazione come condizione essenziale per capire e quindi per partecipare. La democrazia non può infatti basarsi sull’ignoranza dei problemi, perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che possano esercitare i loro diritti utilizzando al meglio la loro capacità di comprendere».

Conoscenza e coscienza sono dunque unite in modo inestricabile: la verità e la giustizia sono i due volti di un nesso dialettico che non si può separare. È impossibile trasformare il mondo se non lo si comprende; se non lo si studia con quel rigore, serietà, intelligenza e razionalità che Piero Angela, il più grande e popolare illuminista italiano degli ultimi decenni, ha dimostrato nei 70 anni della sua avventura culturale e televisiva, durante la quale non soltanto ha divulgato le scoperte scientifiche e la conoscenza della natura presso il popolo italiano, con un linguaggio semplice ed uno stile affabile e cordiale, ma ha ripercorso le svolte epocali della storia (dall’illuminismo alla rivoluzione francese, dal Risorgimento italiano alle drammatiche vicende del 900) sempre in chiave democratica, laica, progressista e libertaria, cogliendo gli elementi di liberazione dall’ignoranza e dall’oscurantismo, dal dogmatismo e dal fanatismo, da tutto ciò che opprimendo il libero pensiero e spegnendo il lume della ragione tiene incollato o risospinge l’uomo nella barbarie primitiva. La conoscenza come liberazione dunque, come coscienza di diritti che non possono essere rivendicati se non sono conosciuti ed apprezzati.

Autore di una cinquantina di libri, oltre che delle trasmissioni televisive di successo che tutti ben conoscono (attraverso le quali ha istruito e formato intere generazioni), Piero Angela ha combattuto le catene dell’ignoranza, del pregiudizio, della pseudoscienza, del becero “terrapiattismo” con cui i reazionari hanno sempre cercato di contrastare l’avanzata del progresso culturale e democratico: due processi strettamente connessi e che si alimentano e si sospingono a vicenda. Il tutto con un esempio personale di umanità, cortesia, garbo, rispetto ed assoluta onestà. Un Voltaire contemporaneo che merita di essere annoverato tra i grandi protagonisti non semplicemente della televisione, il che appare perfino riduttivo nonostante il grande seguito popolare e l’enorme successo dei suoi programmi, ma dello stesso sviluppo democratico di questo “difficile Paese”, come ha definito l’Italia nel suo messaggio di commiato, in cui ha invitato tutti noi a continuare a fare la nostra parte di “dovere” e di “servizio”, dicendosi convinto (e a buon diritto) di aver fatto pienamente la sua.

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