Si è svolta il 28 aprile a Bologna (ore 11-18) la riunione nazionale della segreteria del Movimento RadicalSocialista, allargata ad alcuni iscritti e simpatizzanti e rappresentativa delle varie “anime” del Movimento: aderenti a SEL, ad Azione Civile, a Rifondazione, alla sinistra socialista ed anche naturalmente al solo MRS.
Nella nuova situazione politica emersa dal voto del 24 e 25 febbraio, che ha portato alla nascita del governo Letta basato sull’accordo PD-PDL (confermando in pieno molte dinamiche che MRS aveva per tempo indicato con allarme e preoccupazione), l’impegno del Movimento dev’essere più che mai dedicato alla ricostruzione unitaria di una forza di sinistra in questo Paese, radicale e alternativa, di impronta dichiaratamente socialista.
L’attuale “anno zero” della sinistra italiana esige che MRS, pur continuando ad essere un laboratorio di idee a disposizione di tutte le forze progressiste, si adoperi in modo più chiaro e diretto per la ricomposizione di un’alternativa politica e sociale, invitando tutte le forze che si dichiarano di sinistra a sperimentare innanzitutto “dal basso” una politica unitaria, con la costituzione sul territorio di comitati di base che rappresentino – sulla scia di alcuni esempi storici come quello tentato a suo tempo dal grande pacifista Aldo Capitini – una pratica concreta di unità della sinistra sociale. Allo stesso tempo, MRS intende farsi promotore di un dialogo nazionale tra le forze politiche esistenti, pur nella consapevolezza che senza un radicale ricambio dei gruppi dirigenti (l’un contro l’altro armati) non sarà possibile alcuna riaggregazione unitaria, e i vari tentativi di “costituenti” e “federazioni” delle forze attuali rischieranno di essere inconciliabili tra loro e di ridursi ad un puro esercizio propagandistico. Il nostro Movimento, per la sua composizione plurale e tensione unitaria, potrebbe avere la credibilità necessaria per farsi portavoce e catalizzatore di questo processo di convergenza a sinistra.
La nascita del governo dell’Inciucio (senza neppure un voto contrario da parte dei parlamentari del PD) apre potenzialmente un spazio enorme a sinistra, il che non significa che l’attuale sinistra riuscirà ad occuparlo. Una parte del “nostro” popolo ha scelto ad esempio di votare per il M5S, individuandolo come la forma di protesta e di alternativa più efficace in questa fase politica. Nel rapporto e nel confronto (ineludibili) con il Movimento 5 Stelle, MRS privilegerà sempre l’analisi dei contenuti, avendo portato avanti da anni alcune battaglie sociali, ecologiste e democratiche poi sposate da Grillo, queste ultime (la democrazia diretta) peraltro incompatibili con la gestione verticistica di quel Movimento. In generale, si è ribadito che MRS rifiuta alla radice qualsiasi tipo di leaderismo, giudicandolo figlio di un berlusconismo che va distrutto in tutte le sue forme.
Il carattere socialista della nuova sinistra richiede come denominatore comune la lotta contro il neoliberismo capitalistico: non è vero – come si dice e si scrive – che “il sistema è entrato in crisi”, perché la crisi è il sistema stesso! Le specifiche battaglie concrete che possono contrastare e rovesciare il liberismo si riassumono nei seguenti punti programmatici: un grande new deal “keynesiano” a difesa del lavoro e del tenore di vita della popolazione impoverita dalla crisi, con l’introduzione di un reddito minimo garantito e di un piano di lavori socialmente utili a difesa e sostegno del territorio e dei beni comuni (scuola, sanità, acqua, energia, ecc.); “decrescita” intesa come attività economica eco-compatibile e rispettosa degli equilibri naturali, con potenziamento della produzione locale (km zero); abolizione delle leggi-capestro volute dall’Europa delle banche e della finanza; fine della precarietà del lavoro; tassa patrimoniale; controllo pubblico sulle principali banche; confisca dei patrimoni dei mafiosi e degli evasori; abolizione dei privilegi della casta politica e dei potentati economici; piena realizzazione dei diritti civili; azzeramento degli sprechi a cominciare dalle spese militari; introduzione degli strumenti della democrazia partecipativa, intesa come sintesi tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta.
Il Movimento ha deciso di ristrutturarsi attraverso la nomina di referenti regionali. In conclusione, si è detto basta ad una sinistra “minima” e generica: la sinistra deve tornare a pensare in grande, senza paura di riconoscersi apertamente in quelle radici storiche socialiste e libertarie a cui MRS si è ispirato fin dalla sua fondazione, 7 anni fa.
Buon primo maggio a tutti i compagni!
La segreteria del Movimento RadicalSocialista