Come attraversare il deserto

di GIANDIEGO MARIGO

Oggi ci troviamo stretti fra un’antica ottusità marxista-leninista, una pseudo apertura socialdemocratica (del tutto revisionata ed in parte inventata al momento) ed un rampante liberalismo democratico in salsa multimediale. Ci troviamo, inoltre, a dover fare i conti con un mondo che ha scoperto internet e che lo scopre sempre di più con le sue numerose positività e le altrettanto numerose magagne. Ma è nelle definizioni forzate lo spazio del nuovo? È nella infinita rielaborazione di definizioni vetuste la sua prospettiva?

La mania della ricerca di nuovi soggetti, per esempio riproposti peraltro da vecchie segreterie, che partano da bandiere cadute e premettano regole antiche, ha qualche senso? Oppure dovremmo trovare il coraggio di ammettere l’arretramento ed iniziare, con infinita pazienza e determinazione, l’attraversamento del deserto?

Non è forse nei contenuti la reale potenza di ogni pensiero? Sono maggiormente importanti le definizioni oppure ricopre centralità il senso di quello che andiamo dicendo e quindi i comportamenti, le scelte di vita, gli esempi ed i nuovi rapporti che ne conseguono?

A questo punto sin troppi abbandoneranno con un cenno di fastidio e di noia, a loro arrivederci più avanti.

Perché io sono così convinto che il socialismo libertario non leninista debba giocare un ruolo centrale in questo cammino, che non è una rifondazione ma una rinascita? Perché esso contiene il meglio di quell’onda di rinnovamento che restò sottesa agli anni della “rivolta”. In questa tradizione stanno gli aspetti migliori di quegli anni e soprattutto le migliori capacità di vedere , sentire ed analizzare. Quindi in ultima analisi (mi si perdoni il gergo sessantottesco) quella che potremo definire “sensibilità spirituale”: in quel solco si muovono e nascono gli Agosti, i Terzani ma anche i Capitini, i Rosselli, i Gobetti o anche i Pertini, i Sofri, i Capanna (per parlare degli anni più vicini a noi).

La stragrande maggioranza dei contenuti più innovativi e libertari può essere compresa, senza alcuna difficoltà, in questa visione. Sebbene essa non debba diventare peso ed obbligo nel cammino (non semplice e niente affatto comodo)) verso l’Area di Progresso e Civiltà, è senza alcun dubbio il “bagaglio a mano” che ogni esploratore dovrebbe avere per iniziare questo viaggio. Viaggio, per altro, che per moltissimi aspetti è già iniziato e che ci viene imposto dalla “emergente” onda liberal-democratica (per gli amanti delle definizioni) che pur non avendo la visione storica della tradizione socialista e libertaria (fondamentale) riesce a porre alcune domande ed urgenze che non possono e non debbono essere aggirate.

Personalmente, pur nella pochezza del mio cuore malato e malmesso, io questo viaggio lo farò ed userò come veicolo e facilitatore il Movimento RadicalSocialista, con un’attenzione, non speculativa, al M5S. Non sto cercando adepti, ma compagni di viaggio; non sto vendendo tessere ma proponendo un’idea ed una visione.

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