È inderogabile l’esigenza di un regime repubblicano, nel quale le libertà civili e politiche devono essere affermate e difese con il presidio di tutte le misure atte ad impedire che esse possano diventare strumento di partiti e di gruppi, che della libertà si avvalgono con il proposito di distruggerla. In base ad una rinnovata separazione dei poteri, il potere esecutivo – assiduamente e permanentemente controllato dagli organi rappresentativi, che dello stato repubblicano sono il fondamento – dovrà godere di autorità e stabilità tali da consentire continuità, efficacia e speditezza di azione, per evitare ogni ritorno ai sistemi di crisi permanente, risultati fatali ai regimi parlamentari; il potere giudiziario avrà garanzia di piena indipendenza.
II principio della rappresentanza e del controllo democratico informerà la riorganizzazione di comuni e province, con estensione ad eventuali raggruppamenti regionali. Mentre si favorirà, ai fini di un opportuno decentramento, lo sviluppo delle forze autonome di vita locale in armonia alle esigenze economiche, sociali e culturali delle singole regioni, si provvederà ad integrare le deficienze, che in queste si rileveranno, con il contributo della solidarietà nazionale, in modo da portare le diverse parti del Paese allo stesso grado di benessere e di progresso.
I grandi complessi finanziari, industriali e assicurativi, e in genere le imprese che hanno carattere di monopolio e rilevante interesse collettivo, saranno nazionalizzati e gestiti – senza interferenze private – nella varietà di forme più rispondenti alla natura delle imprese stesse e alle esigenze della collettività. Saranno restituite a libertà di iniziativa economica le minori imprese individuali e associative, garantendone le condizioni di sviluppo; e mentre sarà resa possibile una economia nazionale coordinata, l’intero organismo produttivo sarà liberato dai vincoli soffocanti della polizia economica e tutelato contro i pericoli della burocrazia.
Nel campo agrario, in cui l’estrema varietà dell’ambiente fisico, economico e sociale non consente una soluzione uniforme, sarà promossa una radicale riforma che miri ad immettere sempre più vaste masse di lavoratori nel godimento diretto ed integrale della terra: a) sia a titolo individuale, là dove esistono le condizioni culturali e tecniche, col frazionamento del latifondo e con la graduale trasformazione dei rapporti di mezzadria e di affittanza; b) sia a titolo collettivo, con la gestione collettiva delle grandi aziende esistenti e di quelle che sorgeranno per effetto della riforma agraria.
Dovrà essere promossa e intensificata in tutte le sue forme la cooperazione, che efficacemente dovrà influire ad elevare le condizioni del lavoratore, sottraendolo al regime salariale, e che esplicherà nel campo della proprietà individuale una funzione integratrice di carattere economico e sociale, consentendo alle aziende l’uso dei mezzi tecnici più progrediti, l’organizzazione dei servizi comuni, e contribuendo a rendere il lavoratore consapevolmente partecipe alla vita politica e sociale.
Le organizzazioni sindacali dovranno assumere parte essenziale di collaborazione e di responsabilità nel processo produttivo. Si riconoscerà loro a tal fine il diritto di rappresentanza unitaria delle varie categorie; di intervento nello studio e nella soluzione dei problemi inerenti all’economia nazionale, alla legislazione di fabbrica, alle previdenze sociali e di tutela contrattuale dei rapporti di lavoro. Si assicurerà ai lavoratori la partecipazione agli utili dell’impresa.
Verrà assicurata a tutti piena libertà di credenza e di culto. Nei rapporti fra lo Stato e la Chiesa saranno risolti i problemi relativi alla separazione del potere civile da quello religioso.