La libertà, insieme alla giustizia sociale, è il nostro fine ma anche il nostro mezzo. Solo nella libertà l’essere umano può svilupparsi appieno, perché in essa egli ha una più ampia possibilità di scelta e può, anche attraverso l’errore, evolversi più completamente, più ampiamente; come è nelle intenzioni di Karl Marx, in uno dei suoi tanti passi che possiamo interpretare in modo libertario: «La missione di ciascun uomo è di svilupparsi sotto ogni punto di vista, di sviluppare tutte le sue capacità, di sostituire all’individuo parziale, mero veicolo di una particolare funzione sociale, l’individuo totalmente sviluppato, che non ha una sfera di attività esclusiva» (Capitale, libro 1).
La vera libertà è possibile solo nel socialismo, perché nel sistema capitalistico l’accumulazione della ricchezza, che produce una società estremamente verticale, comporta una concentrazione del potere in poche mani, ed un restringimento della libertà per gli altri.
L’oligarchia, l’insieme dei capitalisti, condiziona le scelte economiche degli stati e trasmette questo grande potere ai figli, replicando questo sistema ingiusto.
Neanche i super ricchi sono in realtà liberi, perché prigionieri di relazioni sociali false e mercificate.
Nel liberismo, spacciato come sistema più libero, la libertà è ancora più falsa perché i trattati internazionali vincolano gli stati e i loro cittadini, e aumenta il potere del mercato, arena capitalistica dove i ricchi fanno la parte del leone.
Una proposta programmatica realmente libertaria dovrebbe iniziare secondo me da questi tre punti:
– socializzazione dei beni di interesse pubblico (i beni comuni);
– redistribuzione della ricchezza, contrastando l’eccessiva accumulazione attraverso le tasse;
– lotta alla corruzione.
Dove ci sono dei miliardari non può esserci vera democrazia.
Tommaso Roselli