MRS 10 (e lode)

Dieci anni di MRS! Il Movimento RadicalSocialista nasceva 10 anni fa, il 9 dicembre 2006, come associazione e laboratorio politico-culturale radicalmente innovativo e alternativo. Quando ancora la crisi della sinistra italiana ed europea era solo agli inizi, e pochi ne vedevano la profondità, un gruppo di idealisti “in cerca di idee e non di voti” lanciavano l’idea di una rifondazione unitaria, dei valori e degli ideali prima che dei partiti. Fossimo stati ascoltati per tempo, da chi ha preferito invece abbarbicarsi dentro i propri angusti recinti partitici, forse si sarebbe potuto invertire la china e ripartire senza arrivare a toccare il fondo del precipizio. In quest’opera di “salvataggio” abbiamo fallito, non c’è dubbio, ma eravamo piccoli e con ben poca influenza sui piani alti di quella frazione di Palazzo in cui si era trincerata la sinistra reale, capace magari di ritagliarsi e vantare qualche sporadico ruolo istituzionale ma ignara di stare perdendo il contatto con un Paese reale profondamente mutato dagli effetti della globalizzazione e della crisi industriale.

Così di fronte da un lato alla drastica involuzione del “centrosinistra” ulivista, rappresentata dalla nascita (nel 2007) del Partito Democratico, e dall’altro alla erosione inesorabile della sinistra comunista ed ecologista (Rifondazione, Verdi, Sel) barricata dietro simboli e bandiere certamente nobili ma incapaci di mordere la nuova realtà sociale del Paese (tant’è che a lungo ha coltivato la miope prospettiva di un’alleanza col Pd neoliberista e ultramoderato), il nostro Movimento ha coraggiosamente indicato la via del ritorno alle radici genuinamente socialiste e radicali della sinistra, con la scelta di rimettere al centro, come possibile terreno comune di una rifondazione prima di tutto teorica ed etica, il pensiero e l’esperienza di Gobetti, Rosselli, Basso, Pertini, Giustizia e Libertà e Partito d’Azione, in sintonia col marxismo attivistico e idealista di Antonio Gramsci e con i fermenti più creativi del pensiero libertario e anarchico; coniugando diritti sociali e diritti civili (nel solco del 68 e delle lotte comuniste e radicali degli anni Settanta), ambiente e società, democrazia ed etica, uguaglianza e individualità. In una parola, anzi due, LIBERTA’ EGUALE, e cioè l’intuizione che la sinistra non si sogna di “scegliere” l’uguaglianza lasciando la “libertà” alla destra, secondo uno schema semplicistico ma rilanciato perfino da Norberto Bobbio, bensì al contrario è l’unica vera protagonista della lotta per una libertà integrale e conseguente, per l’emancipazione e la liberazione più radicale dell’individuo, sul terreno economico-sociale come su quello politico-culturale, sul piano non solo formale ma anche sostanziale, nel lavoro e nella vita. Come pari opportunità e possibilità di partecipare direttamente ed effettivamente alla politica. Come fine di ogni alienazione e sfruttamento, da parte certo del “padrone” ma anche delle “masse”. Come libertà da ogni conformismo e subordinazione. Come valorizzazione delle differenze, in quanto ogni vera libertà è libertà di essere diversi, di essere se stessi e realizzare compiutamente le proprie attitudini e capacità. con l’unico limite del rispetto dell’analoga libertà degli altri.

Sul piano politico, pur criticando anche severamente i partiti alla sinistra del Pd, abbiamo partecipato e contribuito a tutte le loro esperienze elettorali, senza schierarci mai in quanto Movimento (sempre orgogliosi della nostra autonomia e del nostro essere associazione) ma non facendo mai mancare l’apporto dei nostri iscritti. E con una visione spesso più larga e lungimirante, come quando appoggiammo sia l’IdV, con l’ingresso in quel partito di alcuni di noi a partire dalla nostra prima sostenitrice Franca Rame (“siamo la sinistra dei valori”, dicevamo), che le prime forme ed esperienze associative del futuro M5S. A partire dalla critiche alla Fiat, alla Telecom e all’élite bancaria e industriale contenute negli spettacoli di Beppe Grillo (mentre gran parte dell’intellighenzia di sinistra viveva di solo antiberlusconismo) fino al nostro ingresso nei primi meet-up territoriali, tanto riuscito che alcuni di essi finirono per adottare il nostro statuto ed il nostro manifesto fondativo. Ci fermammo ovviamente di fronte alla trasformazione di queste assemblee locali nel nascente Movimento 5Stelle, ma continuando a collaborare sui contenuti concreti (democrazia diretta, etica politica, ecologia e difesa del territorio, reddito di cittadinanza ecc.) con una parte almeno dei militanti e dei futuri dirigenti “grillini” (anche qui con il conforto di quel ponte illustre rappresentato da un altro dei nostri maestri e ispiratori: Dario Fo), proprio mentre continuavamo a far parte delle liste della sinistra tradizionale e di fatto facevamo da trait d’union dei due “mondi” con le nostre idee di libertà, giustizia, onestà e partecipazione.

Il tutto costruito sulla base di un costante impegno nel mondo della cultura e del sociale: dalla lunga serie di conferenze e incontri sugli ideali della sinistra, sulla democrazia diretta e sull’antifascismo, fino alla mobilitazione in difesa dello stato sociale e dei beni comuni. Siamo stati parte integrante del fronte che ha vinto il referendum sull’acqua pubblica, così come oggi abbiamo contribuito a portare a casa la grande vittoria del NO di fronte all’arrogante e spudorato attacco renziano alla Costituzione. La nostra (apprezzata) presenza dentro l’ANPI, incoraggiata in ogni modo ovunque sia possibile, dimostra la coerenza e la centralità di questa antifascista.

Chiunque ci conosca, conosce i valori per i quali ci battiamo, con le idee forti di una sinistra delle origini che non teme contaminazioni e pertanto rifiuta la deriva ideologica e dogmatica (o peggio nostalgica) per adottare un pragmatismo contrario a quello che ha rappresentato l’involuzione dei cosiddetti “riformisti”: mentre questi difendono con arroganza la propria identità partitica smarrendo al contempo ogni tensione ideale, noi invece siamo intransigenti sulle idee ma ostili ad ogni “corporativismo” di setta o di club: detto in estrema sintesi, appoggiamo senza guardare in faccia nessuno ogni proposta o azione pratica coerente con le nostre idee, senza sposare nessuno ma senza pregiudizi nei confronti di chi se ne fa promotore. Nella difesa dell’acqua pubblica, della sanità pubblica, della scuola pubblica, dei beni comuni, dei diritti riguardo la casa, la pensione, il lavoro e il reddito, e nella lotta contro tutte le mafie (ricordiamo la coraggiosa testimone di giustizia che è stata per un anno la nostra portavoce), noi entriamo in qualunque comitato o fronte comune disposto a lottare per ogni buona causa (mentre certi sedicenti compagni guardano in cagnesco gli eventuali “compagni di strada”, quasi a ricordare la storiella del dito e della luna) . Così come, seguendo l’esempio degli stessi partigiani – con i loro gruppi d’azione patriottica – siamo pronti a difendere e riconquistare con le unghie e con i denti la sovranità nazionale del popolo italiano e la sua indipendenza dalle oligarchie finanziarie europee e internazionali; contro la globalizzazione delle merci e dei profitti e per la globalità dei diritti umani, civili e sociali; contro le imposizioni-capestro dei diktat della UE, da Maastricht al fiscal compact ed allo sciagurato pareggio di bilancio, inserito addirittura in Costituzione dai burattini nostrani dell’élite finanziaria transnazionale.

Difficile riassumere in un articolo sommario tutto quello che è stato MRS in questi 10 anni: lo si può almeno parzialmente ricostruire dal nostro sito e dalla nostra pagina facebook. Cercheremo tutti insieme le forme e i modi per far sentire ancor di più la nostra voce, nell’anno zero della sinistra che può però rinascere sulle ceneri del renzismo, anche assumendo le espressioni politiche ed elettorali più diverse e variegate. Noi continueremo testardamente a cercare l’unità di queste forze vecchie e nuove, sulla base delle idee, dei valori e dei fatti concreti che ne discendono.

Sempre con quella gestione orizzontale e collettiva che contraddistingue MRS, senza capi né capetti ma con il motto di “tutti militanti” e “tutti dirigenti”; e, possiamo aggiungere con orgoglio, “tutti compagni” e “tutti amici”, nonostante la varietà di sfumature politiche e di opzioni partitiche ed elettorali all’interno di un’associazione così libera e libertaria : l’esatto contrario di quella droga renzista da “uomo solo al comando” che ha portato alla deriva il Partito Democratico.

Buon compleanno a tutti i compagni e simpatizzanti, e a tutti gli oltre 5.300 amici della nostra pagina!

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