di FAUSTO TENTI –
Care/i tutte/i, dopo il 18 giugno, tutte/i coloro che si sono riconosciute/i negli obiettivi – di chiara ed evidente sinistra anticapitalista ed antiliberista, autonoma e strategicamente alternativa a tutto il resto del panorama politico in campo – emersi dall’assemblea del Teatro Brancaccio (quindi anche la nostra Alleanza popolare di Arezzo) si sono fatte/i promotrici/tori con generosità e abnegazione – nel proprio territorio, anche nella nostra città e provincia – di assemblee sul programma aperte alla più ampia partecipazione dei cittadini: incontri pubblici convocati e condotti secondo i principi di massima trasparenza, apertura, pluralità, democraticità interna e soprattutto onestà politica ed intellettuale.
Conseguentemente da noi – post 18 giugno – l’Alleanza popolare si è incontrata quasi tutti i mercoledì proprio sulla base del cosiddetto “spirito del Brancaccio”, abbiamo creato gruppi di lavoro tematici più e meno partecipati, producendo (ad oggi) documenti anche analitici su pensioni, progressività fiscale, scuola/istruzione, ambiente/rifiuti, immigrazione; abbiamo organizzato due assemblee pubbliche ottimamente riuscite ad Arezzo, tre in Casentino, due in Valdichiana, una in Valdarno. Insomma abbiamo dato generosamente e con impegno il nostro piccolo contributo al percorso, così come ci era stato chiesto, anche se dobbiamo registrare con dispiacere che non tutti i movimenti/partiti partecipanti al Brancaccio hanno in modo permanente ed effettivo partecipato e lavorato.
Siamo però colti – giusto da qualche settimana ed in previsione dell’appuntamento decisivo del prossimo 18 novembre al centro congressi Angelicum a Roma – da un grosso dubbio: che detto progetto venga completamente snaturato – e che quindi potrebbe irrimediabilmente bloccarsi e spegnersi – per l’arrivo di non graditi ospiti che fino a poco tempo fa erano con Renzi e quindi nel PD e che per molti anni hanno continuamente rinnovato la loro fiducia a governi che hanno portato avanti le peggiori politiche neoliberiste – sotto tutti, ma proprio tutti i punti di vista – degli ultimi decenni (uscire dalla maggioranza parlamentare ad un mese dallo scioglimento naturale delle Camere è quanto di più ipocrita si possa immaginare, se siamo intellettualmente onesti… o dimettersi dal PD dopo aver fatto passare di tutto, comprese le fiducie sull’ennesima legge elettorale incostituzionale, ha un amaro sapore di esasperato politicismo).
Non comprendiamo davvero a che titolo “MDP-Art. 1” di Bersani-Rossi-D’Alema – e men che meno “Campo Progressista” di Pisapia – possano avere spazio in un progetto che è indiscutibilmente ed innegabilmente in antitesi con le loro prospettive politiche ed i loro obiettivi strategici, che continuano a vedere – legittimamente, per carità – nel centrosinistra lo sbocco naturale: continuando, tra l’altro, a ripeterlo in ogni dove…
L’unità è importante, ma non a tutti i costi possibili ed immaginabili… Perciò diciamo con forza – estendendo l’invito a tutti gli altri coordinamenti locali post Brancaccio, prima e durante l’evento del 18 novembre – che ancora più importante dell’unità è la coerenza e la chiarezza strategica di prospettiva politica…e non una tattica asfittica e fine a se stessa, priva di ampio respiro: per essere davvero credibili, a sinistra, occorre praticarla, la credibilità!