di VALENTINA PENNACCHINI –
E si torna a parlar di ferrovia… La Fano-Urbino. Son solo più di 30 anni che se ne parla (soltanto quello). La tratta, 49 km di strada ferrata, è stata chiusa il 31 gennaio del 1987 perché non la prendeva nessuno e chi la prendeva ci passava la giornata. Trent’anni in cui periodicamente si è tornati a parlare del destino dei binari (qualora dovessero esser smantellati, le traversine in legno dovrebbero esser gestite come rifiuto speciale perché impregnate di una sostanza inquinante) e della ferrovia declassata a ramo secco mentre di secco intorno c’era ben poco: la vegetazione aggrappata al muro di cemento e ferro arrugginito prospiciente la linea dismessa prosperava rigogliosa ed incontaminata dividendo in due – est e ovest – i paesi (uno su tutti: Calcinelli) come il Muro di Berlino. È vero, nessuno… sparava; in compenso incuria e degrado regnavano e regnano ovunque sovrani.
È però di pochi giorni fa la notizia: 4 milioni e mezzo di fondi europei gestiti dalla Regione Marche per la ciclovia del Metauro. Si riapre così la disputa tra chi vuole il ripristino della linea ferroviaria e chi invece si “accontenta”. La legge 128/2017 prevede infatti interventi su 18 tratte ferroviarie dismesse (ferrovie turistiche), tra cui la Fano-Urbino, per complessivi 235 milioni di euro ma resta ancora un mistero la cifra destinata alla Fano-Urbino. Soldi, ma troppo pochi. Per riattivare la linea, infatti, sarebbero necessari tutti, o quasi tutti, i 235 milioni di euro che devono invece esser ripartiti tra 18 tratte. Gli ingordi chiedono “la botte piena e la moglie ubriaca”: il ripristino della ferrovia e la costruzione della ciclovia a lato della stessa. Purtroppo 4,5 milioni di euro non bastano per costruire la ciclabile sui vecchi binari ma son del tutto insufficienti per il progetto alternativo che rischia di diventare l’ennesima incompiuta.
Al di là dei pareri discordi (il nostro si evince chiaramente) invitiamo i soggetti coinvolti nel processo decisionale e progettuale ad abbattere i muri dell’incuria. Ricordiamo che il muro di Berlino è caduto nell’89, dopo 28 lunghi anni; la Ferrovia Fano-Urbino è stata dismessa nell’87 ma il muro del degrado urbano – dopo ben 31 anni – resta ancora in piedi.