di JEAN DE MILLE –
Com’è relativamente noto la disposizione delle forze politiche sull’asse destra-sinistra risale alla rivoluzione francese, e precede quindi il marxismo e la presenza organizzata del movimento operaio.
In accordo col resto d’Europa, anche la storia dell’Italia post-unitaria fu caratterizzata dalla competizione tra una cosiddetta Destra storica, continuatrice delle politiche di Cavour, e una Sinistra storica, di matrice più liberale e progressista. Una tale suddivisione dell’arco politico non aveva radici di classe, non era basata sulla rappresentanza di gruppi sociali nettamente autonomi. Diciamo piuttosto che Destra e Sinistra rappresentarono le differenti articolazioni produttive delle classi egemoni, e ne furono il luogo di composizione e di sintesi, fino a consolidare quel coagulo di interessi economici che Gramsci definirà come il blocco agrario-industriale.
Lo scenario mutò radicalmente con l’irruzione del movimento operaio nell’arena politica, e con la nascita delle sue rappresentanze partitiche. La fondazione del PSI nel 1892 e quella del PCd’I nel 1921 segnarono il punto di frattura dell’asse destra-sinistra: erano finalmente sorti i partiti della classe operaia e del proletariato agricolo, che si ponevano come espressione e rappresentanza delle classi subalterne. Non è casuale che da quel momento nessuno, all’interno della nostra area di riferimento, si definirà “di sinistra”. Ma socialista o comunista.
Il termine “sinistra” si ripresenterà invece molti anni dopo, fino a diventare generalizzato in seguito alla caduta del Muro. La circostanza mi sembra estremamente significativa: di nuovo, come nel corso dell’Ottocento, le classi subalterne non sono rappresentate. Di nuovo la lotta politica è ridotta a composizione compromissoria tra le diverse articolazioni e le diverse esigenze delle classi egemoni.
Per questa ragione, passando al presente, contesto le definizioni di “falsa sinistra”, o gli instancabili appelli a “rifondare la sinistra”. La sinistra attuale è esattamente ciò che afferma di essere, e ciò vuole essere. Non le si può attribuire nessuna falsa coscienza: è semplicemente “sinistra”, qualcosa che per l’appunto non ha nulla a che spartire col socialismo e col comunismo.