di LEONARDO MARZORATI –
L’Unione Europea è un moloch al momento difficile da scalfire. Qualcosa però le forze socialiste e popolari devono pur fare, iniziando una propaganda che parta dai social e che giunga nelle piazze, per avere visibilità maggiore. Dietro le forze di sinistra popolare, socialiste e comuniste, non ci sono i potenti mass media che hanno favorito il fenomeno “sardine”. Si deve però trovare una strategia che porti i partiti e i movimenti politici contrari a quest’Unione Europea liberista a trovarsi in una stessa piazza, meglio se sotto una sola grande bandiera.
Forze politiche come Potere al Popolo hanno esaurito la spinta propulsiva (per citare Enrico Berlinguer) alla luce del loro scarso risultato nelle ultime elezioni amministrative. Ora occorre un soggetto chiaramente marxista democratico che parli di socialismo, dichiarandolo nel nome e nel simbolo. Questa nuova forza politica italiana deve rapportarsi con tutti i partiti europei sovranisti di sinistra (Melenchon, Podemos, Linke e altri). Solo unendosi in alleanza con le altre forze popolari europee si potrà lottare per superare il sistema Euro. Dobbiamo batterci per distruggere questa Ue, non in quanto italiani, ma in quanto europei; non in quanto nazionalisti, ma in quanto socialisti e democratici. Si deve lottare contro questa Unione Europea per dare vita a una nuova Europa democratica. Essere contro la Ue non vuol dire essere anti europei, anzi: potrebbe essere vero l’esatto contrario.
Per noi socialisti d’Italia, dove purtroppo le forze sovraniste di sinistra sono debolissime, diventa fondamentale un accordo con i partiti “amici” europei. Come per i Verdi, il successo in alcuni Paesi rafforza i partiti gemelli presenti negli altri.
Mentre la destra sovranista, salvo piccole eccezioni, gioca a fare la nemica della Ue più a parole che nei fatti, la sinistra istituzionale italiana ha deciso di anteporre i diritti civili a quelli sociali e di difendere a spada tratta l’attuale Ue. Questo ha portato una larga fetta di elettorato popolare a passare dalla sinistra all’astensionismo o alla destra. Perfino il Movimento 5 Stelle sembra aver esaurito la sua forza antisistema e dopo aver perso il suo elettorato conservatore, tornato all’ovile di Lega e Fratelli d’Italia, ora sta subendo la lenta aggressione del Pd e dei suoi cespugli (Sardine, Elly Schlein, ecc.). Gli elettori delusi di sinistra dei 5 Stelle iniziano a tornare anch’essi alla casa d’origine. Ma se avevano abbandonato la sinistra istituzionale proprio per mancanza di politiche sociali e anti-establishment, la nuova area politica guidata da Nicola Zingaretti non è poi diversa dal vecchio Pd. Il ritorno a sinistra dei democratici e dei loro alleati è più nelle parole che nei fatti. La stessa tanto decantata Schlein raramente parla di lavoro, preferendo esternare di migranti, lgbt e antifascismo. Proprio per questo la vera sinistra socialista deve guardare a questi elettori smarriti e convincerli a sostenere una forza che sappia unire patriottismo costituzionale e socialismo democratico.
È una sfida molto difficile, ma va portata avanti. Altrimenti la partita sarà sempre tra due forze capitaliste e liberiste, divise solo dalla strategia da utilizzare con i migranti e dalle posizioni etiche sui diritti civili. La stessa destra populista è fieramente ipercapitalista. La Lega della flat tax fa gli interessi della borghesia del Nord e non certo dei ceti popolari, mentre Fratelli d’Italia riunisce la vecchia destra sociale mai sinceramente schierata con le masse lavoratrici e i notabili del centro-sud.
La divisione tra buonisti e cattivisti e tra liberal e conservatori non ci deve riguardare. Noi siamo socialisti e vogliamo un socialismo democratico. Non sono parole anacronistiche, dato che proprio in questi giorni vengono pronunciate dal candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti Bernie Sanders e dalle prime ministre di Danimarca e Finlandia Mette Frederiksen e Sanna Marin.
Vogliamo edificare una società socialista e democratica e distruggere quella attuale di precariato e insicurezza, di povertà e diseguaglianze sociali. Avremo molti poteri forti schierati contro. Ci dipingeranno come utopisti o come folli. Ma è una lotta che va combattuta, altrimenti resterà tutto come prima, se non peggio.
Il nome “socialista” almeno in Italia é stato sputtanato talmente tanto da gente come Craxi, Martelli, De Micheli, Formica.. fino ad arrivare a quelli di oggi tipo Nencini per fare si che io personalmente non credo più a nuove riedizioni di socialismo