Ma il fascismo no

di ANDREA MORRONI

Dicono che il fascismo è storia. Dicono che bisogna chiudere il capitolo della seconda guerra mondiale una volta per tutte. Dicono che il fascismo, la seconda guerra mondiale, la Resistenza, vanno studiati e valutati allo stesso modo della guerra dei trent’anni, o delle guerre puniche, o del Terrore francese. Da distante. Freddamente.

Mi piacerebbe molto se il fascismo fosse un capitolo chiuso e consegnato alla storia. Il problema è che i fascisti ci sono ancora e sono proprio loro, sono soltanto loro che, pervicacemente, si battono affinché il fascismo rimanga una questione aperta, di attualità.

Possiamo occuparci delle guerre puniche senza nessun patema d’animo perché non c’è nessuno che progetta di valicare le Alpi in groppa ad elefanti per attaccare Roma. Possiamo studiare con animo sereno e distaccato il Terrore francese per il motivo che non c’è nessuno, ma proprio nessuno, che, indossando una parrucca settecentesca, se ne va per strada inneggiando a Robespierre (peraltro, un personaggio assai più complesso e sfaccettato del semplicistico ritratto a una dimensione che ne viene fatto sui manuali scolastici) e tentando di decollare la gente con una ghigliottina.

Non ci è concesso di fare lo stesso con il fascismo, invece, perché ci sono comunque troppi idioti criminali che girano per le nostre città con la testa rasata, in anfibi e camicia nera, che inneggiano al cosiddetto duce, che fanno il saluto fascista, che si tatuano sulla pelle simboli fascisti, che sostengono ruttando e grugnendo come maiali (senza offesa per i maiali) tesi ed idee (ammesso e non concesso che possiamo chiamarle tali) fasciste, inaccettabili e disumane, che picchiano ed uccidono, o tentano di farlo, gente di colore e rom, donne, disabili, omosessuali e transessuali, che imbrattano le tombe degli ebrei. E che lo fanno in branco, come bestie (senza offesa per le bestie). E che talvolta (comunque troppo, troppo spesso per i miei gusti) lo fanno addirittura vestendo una divisa.

Dicono che il fascismo è storia, ma non solo: dicono poi – addirittura – che è necessario anche comprendere le ragioni dei vinti, cioè dei fascisti, dicono che si deve contestualizzare, soppesare il bene e il male dell’una e dell’altra parte, cioè dei fascisti e degli antifascisti.

No. Non si può. Proprio non si può. Non si può perché da una parte c’erano i fascisti, che hanno manganellato, confinato, ucciso e mandato alle camere a gas un numero enorme di esseri umani, che hanno soppresso tutte le libertà, che hanno spedito a morire in guerra due o tre intere generazioni di italiani; dall’altra c’erano tutti gli altri, popolari, liberali, repubblicani, azionisti, socialisti, comunisti, anarchici, che tentavano di contrastare l’azione criminale – criminale, non politica – dei fascisti. Non è possibile contestualizzare nulla. Non è possibile soppesare nulla. Non è possibile confrontare nulla. Il fascismo è ed è sempre stato soltanto un grande, enorme letamaio. La Repubblica di Salò è stata soltanto e semplicemente uno stato criminale a servizio di un altro stato criminale, la Germania nazista. Gli adulti che, dopo l’8 settembre, con scienza, coscienza e volontà, andarono a combattere sotto le insegne della Repubblica di Salò sono stati soltanto e semplicemente dei criminali, perché ben sapevano di prestare i loro servigi per uno stato criminale, fascista e razzista, per giunta zerbino di uno stato criminale, nazista e razzista e, coscientemente, lo volevano. Punto.

I fascisti avevano torto. E hanno ancora torto. Hanno sempre torto. Sempre e comunque. Si sono posti al di fuori del consorzio degli uomini. Hanno ontologicamente torto.

Diceva Sandro Pertini: «Io non sono credente, ma rispetto la fede dei credenti; io sono socialista, ma rispetto la fede politica degli altri e la discuto, polemizzo con loro, ma loro sono padroni di esprimere liberamente il pensiero. Il fascismo no, il fascismo lo combatto con altro animo: il fascismo non può essere considerato una fede politica; il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche perché il fascismo opprimeva chi non la pensava come lui».

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