RINASCIMENTO O BARBARIE

di GENNARO ANNOSCIA

Il “Curriculum dello studente” non è, come molti credono, un’idea del ministro Bianchi, bensì un retaggio della “Buona scuola” renziana. Rispondendo unicamente ad un’ottica di mercato, che vede il giovane come pseudo-protagonista di competenze da accumulare e da esporre nel suo mettersi in vendita, esso finisce per evidenziare, ulteriormente, come la scuola abbia passivamente abdicato al proprio ruolo formativo a vantaggio di un’ottica neoliberista.

Questo modello di “modernità”, già fallito nella madrepatria statunitense, in nome della dominante visione di “eterno presente” porta alla svalutazione del patrimonio costituito dalla conoscenza del passato, della storia, del pensiero, del bello, di tutto quell’insieme di conoscenze ritenute inutili, nell’ottica di competenze valutabili, magari in associazione alla schematica parcellizzazione “Invalsi”.

Anche le scienze, sempre più esautorate in termini critici e depauperate ad una sorta di addestramento procedurale all’utilizzo di formule, in un’ottica esclusivamente tecnica, riducono la giovane mente a strumento delle richieste del mercato. Tutto questo, inoltre, sta creando una cultura dell’intolleranza, dalla quale è bandito ogni reale confronto, e nella quale è la norma a stabilire un’opinione.

Contro questo imbarbarimento, l’unica reale possibilità è costituita da un nuovo Rinascimento, al fine di opporre allo spendibile la possibilità del nuovo, del divergente, del creativo, del bello, dell’“inutile”, superando l’apparente necessità, che è solo strumento di potere nelle mani delle classi dominanti, sostituendo, finalmente, alle cosiddette competenze un autentico sapere.

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