di GIANCARLO IACCHINI ♦
Mentre il “socialismo liberale” di Carlo Rosselli (e di Giustizia e Libertà) voleva rappresentare un socialismo che attraverso la lezione riformistica di Eduard Bernstein virava verso l’ideale liberale, allargandolo di conseguenza a tutti i cittadini e rompendo consapevolmente il suo triste confinamento “moderato” ad una ristretta élite di borghesi privilegiati, il liberalsocialismo ideato da Guido Calogero (1904-1986) fa il percorso inverso: da un liberalismo ispirato a Croce e Gentile a un socialismo innanzitutto ideale, maturato a fatica in epoca fascista, tra arresti e schedature dei primi militanti. I due movimenti, da sponde opposte, pervengono alla stessa “piazza” democratica e radicale, quella che darà vita al Partito d’Azione, punta avanzata dell’antifascismo militante. Continua a leggere