di Francesco Gismondi (Segreteria nazionale MRS) –
Prima la buona notizia: i militanti di base SEL hanno messo in minoranza la dirigenza del partito. Un fatto positivo la scelta di appoggiare Tsipras alle europee, non tanto per l’argomento su cui è avvenuto lo strappo, ma anche per il solo fatto che sia avvenuto. Fino a pochi mesi fa solo uno sparuto gruppo di militanti di base sparsi in varie regioni e riuniti via rete con il nome di ApritiSEL aveva avuto l’intuito e la determinazione di evidenziare il proprio dissenso pubblicamente chiedendo maggiore democrazia interna e una decisa svolta a sinistra.
Nei mesi successivi l’onda è cresciuta, nei circoli locali e nelle federazioni provinciali il dibattito si è aperto, l’unanimismo vendoliano iniziava a mostrare le prime crepe. A parte un paio di dirigenti nazionali, Fulvia Bandoli e Edoardo Mentrasti, da tempo su posizioni critiche, il resto del gruppo dirigente ha aspettato gli ultimi 20 giorni dal Congresso nazionale per esprimere i primi timidi segnali di libero pensiero.
Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno. È vero, ma se un centinaio di militanti di base ha la vista più lunga dei propri dirigenti vuol dire che nel partito qualcosa non funziona.
Sono gli stessi militanti che, con concreta preveggenza, a settembre/ottobre 2012 anticiparono i risultati delle Primarie decembrine e il risultato elettorale del febbraio successivo, gli stessi militanti che vennero presi a pesci in faccia da molti dirigenti nazionali e dai loro cortigiani seduti nei coordinamenti locali, ma che resistettero alla tentazione di andarsene rimettendosi al lavoro con mirabile determinazione.
A quei militanti di base va il nostro rispetto e sostegno perchè si sono battuti per gli stessi ideali che animano il progetto politico di MRS: democrazia, libertà e socialismo.
Ora la brutta notizia: è stata vera vittoria?
Il Congresso di SEL è riuscito finalmente a riscrivere in senso democratico uno Statuto decisamente imbarazzante anche per una bocciofila di periferia ? NO.
Viene tutto rimandato, in barba a quanto stabilito dallo Statuto vigente, all’annunciata Conferenza Programmatica di fine estate. Dunque il lavoro fatto da molti compagni e compagne per inserire un minimo di democrazia partecipativa nel partito è stato cancellato da decisioni venute “dall’alto”.
Il Congresso è riuscito ad eleggere un nuovo gruppo dirigente che mettesse a riposo quello che ha perso le Primarie, le Elezioni, centinaia di militanti e che ha ridotto le prospettive di consenso elettorale ben sotto al 3% preso a febbraio ? NO.
Sembra che il solo a pagare sia stato Ciccio Ferrara che non sarà più coordinatore nazionale (carica tra l’altro non prevista dallo Statuto).
Veniamo alla decisione che ha entusiasmato anche noi: il Congresso di SEL ha scelto in modo chiaro e inequivocabile la lista unitaria antiliberista che andrà a sostenere il compagno Tsipras ?
Secondo le compagne e i compagni usciti dal Congresso sembrerebbe di si.
Invece NO.
Il testo dell’Ordine del Giorno lo trovate a fondo pagina, ma se le parole hanno ancora un senso si capisce che l’unica decisione presa è stata quella di delegare il gruppo dirigente: “ad aprire immediatamente un confronto ed interlocuzione con tutti quei soggetti che oggi in Italia si prefiggono l’obiettivo di un’AltraEuropa ed in sostegno alla candidatura di Alexis Tsipras, al fine di verificare, con serietà, le condizioni e le possibilità per partecipare ad un percorso comune;” e “a riferire degli esiti di tali consultazioni alla prossima Assemblea Nazionale, al fine di definire le modalità ed i criteri per la partecipazione di Sinistra Ecologia Libertà alle elezioni europee.”
Verificare con serietà le condizioni e le possibilità !
Più che di un SI si tratta di un “FORSE SE…” e si affida tutto alla solita assemblea nazionale al fine di definire le “modalità” e i “criteri di partecipazione” alle elezioni europee. (nella composizione più o meno la stessa Assemblea che votò per l’adesione al PSE senza sentire la base del partito)
Insomma, tutto e il suo contrario possono ancora accadere.
Noi di MRS, passatemi il termine, “vogliamo bene” alle compagne e ai compagni di SEL perchè sono anche nostri compagne e compagni, condividiamo la stessa indignazione per l’ingiustizia e lo stesso amore per la libertà e la giustizia sociale. Mi permetto dunque di suggerire un percorso che metta al sicuro l’entusiasmo che vedo in queste ore nelle loro parole.
Vi invito a lavorare da subito, senza aspettare le scelte dei vertici, per creare nei territori, dal basso, aggregazioni di forze, singoli e movimenti a sostegno della lista unitaria antiliberista. Fatevi, come noi di MRS, promotori di questo percorso perche’ solo così non correrete il rischio di rendere vana la coraggiosa e bella scelta fatta a Riccione.
Qui il testo completo dell’Ordine del Giorno sulle elezioni europee.
“L’Europa si trova oggi di fronte ad un bivio. Il combinato disposto degli effetti devastanti delle politiche di austerità economica e finanziaria imposte dalla Troika, e del progressivo deterioramento della democrazia reale rappresentato dall’approccio intergovernativo e dall’arresto del processo di costruzione dell’Europa politica e federale, rischiano di far precipitare l’intero continente in una stagione di ulteriore esclusione sociale, e di avanzata delle forze nazionaliste e xenofobe.
Si prevede che allo stato attuale nel 2020 almeno 150 milioni di europei saranno in condizioni di povertà ed esclusione. E’ a loro che dobbiamo dare una risposta, radicando la nostra proposta sulle condizioni di vita materiali imposte dalla crisi, e fornendo soluzioni concrete e ricostruire così le basi per un progetto europeo di dignità, giustizia, solidarietà, ecologia.
Solo riconoscendo il nesso stretto tra politiche liberiste e crisi della democrazia reale, sarà possibile mettere in campo una proposta per l’AltraEuropa che dia speranza, e restituisca un insostenibile debito sociale accumulato dall’Unione Europea nei confronti dei suoi cittadini e cittadine. Il bivio che abbiamo di fronte rischia di portare o al ritorno al nazionalismo o ad un ulteriore consolidamento delle prescrizioni di aggiustamento strutturale, che continueranno ad aumentare le diseguaglianze, e la crisi sociale ed ambientale.
E’ evidente ormai che le motivazioni economiche delle politiche di austerità sono basate su presupposti infondati e sono solo frutto di una scelta politica chiara, quella di favorire gli interessi del mercato e della finanza, e costruire le premesse per il suo corollario politico, i governi di larghe intese.
Ed è quindi una scelta politica che siamo chiamati a prendere.
Una scelta per un progetto di AltraEuropa che fornisca risposte chiare e praticabili per affrontare con determinazione le diseguaglianze e la povertà, che pratichi attraverso il contrasto alle politiche macroeconomiche del Fiscal Compact, in Italia come a livello europeo, una possibile alternativa.
• Alternativa fondata su un patto di stabilità sociale ed un social compact, per il rilancio dell’occupazione ed un reddito minimo europeo;
• Per un Green New Deal e la conversione ecologica dell’economia e dei processi produttivi, la tutela dell’ambiente ed i beni comuni, la giustizia ambientale e climatica;
• Per i diritti umani, civili, diritti dei migranti e di cittadinanza;
• Per la riforma della Banca Centrale Europea da sottoporre al controllo democratico e del Parlamento Europeo, affinché diventi prestatore di ultima istanza e emetta eurobond per il finanziamento delle politiche sociali, ambientali e di lotta all’esclusione sociale;
• Per la giustizia fiscale, attraverso una tassa sulle transazioni finanziarie e politiche di contrasto ai paradisi fiscali e di fughe di capitali;
• Per un’unione bancaria che preveda la separazione tra banche di risparmio e banche di investimento;
• Per un processo costituente versi gli Stati Uniti d’Europa.
• Per un’Europa attore globale di giustizia e pace, che sostenga il disarmo, la prevenzione diplomatica e nonviolenta dei conflitti e rigetti accordi di liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti quali il progetto di Trattato per la liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti tra Unione Europea e Stati Uniti. Che guardi al Mediterraneo come luogo di relazioni giuste tra i popoli, e non un muro impenetrabile, un cimitero nel quale scompaiono migliaia e migliaia di migranti.
Questa è la scelta politica che dobbiamo fare. La scelta alla quale ci invita Alexis Tsipras – liberando la sua candidatura da ogni recinto identitario – con il suo sostegno all’appello lanciato in Italia da un gruppo di autorevoli personalità e con la lettera inviata al nostro congresso.
Riconosciamo il ruolo che può svolgere come punto di riferimento di una svolta della socialdemocrazia europea Martin Schulz che rilancia da sinistra il progetto di Unione in discontinuità con la lunga stagione del liberismo. Schulz può accompagnare il socialismo europeo a voltar pagina.
Pur guardando al Partito del Socialismo Europeo – al cui congresso di fine febbraio parteciperemo – come prospettiva e spazio di confronto, non possiamo rimanere indifferenti al compito al quale anche noi veniamo chiamati. Interloquiremo con PSE, Sinistra Europea e Verdi Europei. Proveremo a contribuire alla costruzione di una proposta per l’AltraEuropa che sia praticabile, e concreta nel nostro paese. Una proposta che deve coinvolgere quelle realtà sociali, politiche e di movimento, ambientaliste, di sinistra che nelle loro pratiche, iniziative e proposte già costruiscono l’AltraEuropa.
Per questa ragione oggi facciamo nostro lo spirito della candidatura di Alexis Tspiras per un’AltraEuropa, ed il senso di mettersi a disposizione per la possibile costruzione di una proposta di sinistra ed ambientalista per le prossime elezioni europee.
Il Secondo Congresso di Sinistra Ecologia Libertà impegna pertanto i dirigenti nazionali
• ad aprire immediatamente un confronto ed interlocuzione con tutti quei soggetti che oggi in Italia si prefiggono l’obiettivo di un’AltraEuropa ed in sostegno alla candidatura di Alexis Tsipras, al fine di verificare, con serietà, le condizioni e le possibilità per partecipare ad un percorso comune;
• a riferire degli esiti di tali consultazioni alla prossima Assemblea Nazionale, al fine di definire le modalità ed i criteri per la partecipazione di Sinistra Ecologia Libertà alle elezioni europee.”
Favorevoli 382 – Contrari 68 – Astenuti 123