Il nostro NO è una speranza democratica per tutta l’Europa

– di YANIS VAROUFAKIS

Lo scorso 25 gennaio abbiamo ridato dignità al popolo greco. Nei 5 mesi successivi siamo diventati il primo governo che abbia osato alzare la voce, in nome del suo popolo, per dire NO alla dannosa irrazionalità del cosiddetto programma di “salvataggio”.

Noi affermiamo che i cosiddetti salvataggi della Grecia non sono altro che operazioni il cui scopo è trasferire perdite private sulle spalle dei greci più deboli, prima di essere trasferiti sugli altri contribuenti europei. Alle questioni che per la prima volta in Europa abbiamo posto, non è stata data alcuna risposta. Abbiamo avanzato proposte tecnicamente praticabili e per nulla estremiste, che rimuoverebbero la necessità di ulteriori “salvataggi”. Abbiamo confinato la troika nel suo covo di Bruxelles. Abbiamo smascherato le cause della crisi greca puntando il dito contro le politiche volutamente recessive dell’Europa. Ed abbiamo lanciato la speranza, oltre i confini della Grecia, che la democrazia possa respirare anche dentro un’unione monetaria dominata dalla paura.

I nostri due obiettivi erano: 1) mettere fine a questa austerità interminabile e autodistruttiva; 2) ristrutturare il nostro debito. Ma questi erano anche i bersagli dei nostri creditori. Dal momento della nostra vittoria elettorale i poteri forti hanno cospirato per affossare le banche greche. Il loro obbiettivo? Umiliare il nostro governo costringendoci a soccombere alla tagliola dell’austerità e trascinarci in un accordo che non comporti nessuna sostanziale ristrutturazione del debito.

L’ultimatum è stato lo strumento per raggiungere questi obbiettivi. Ma con il referendum il popolo greco ha rispedito al mittente questo ricatto, nonostante il vero e proprio terrore che i media dell’oligarchia dominante hanno sparso a piene mani, notte e giorno, nelle case dei cittadini. Il referendum ha mandato una forte segnale per un accordo davvero equo e paritario tra la Grecia e i suoi partner europei, che sia vantaggioso per entrambi.

Dobbiamo rispondere agli elettori greci con un positivo approccio nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, il quale ha appena pubblicato un utile rapporto che conferma l’insostenibilità del debito pubblico del nostro Paese; della Banca Centrale Europea, il cui Consiglio nelle scorse settimane ha rifiutato di assecondare le voci più aggressive al suo interno: e alla Commissione Europea, la cui leadership ha continuato a lanciare ponti sopra l’abisso che separa la Grecia da alcuni dei dei suoi partner.

Il nostro NO è un enorme, grandissimo SI’ ad un’Europa democratica.

E’ un NO ad una visione miope di un’Eurozona che funziona come una gabbia di ferro per i suoi popoli.

E’ invece un SI’ forte e chiaro ad una visione dell’Eurozona capace di offrire una prospettiva di giustizia sociale e di prosperità condivisa per tutti gli Europei.

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