di Fabio Greggio –
5 giugno 1976: lascio la sinistra extraparlamentare e decido nuove strade. I radicali portavano del nuovo, eravamo in 10 a Pavia e ci trovavamo dietro l’Università. Non ero uno di quelli che difendeva ad oltranza la dittatura sovietica e volevo immaginare un mondo diverso. Il 6 giugno 1976 si sarebbe votato e tutti avevamo la sensazione del sorpasso, il partito comunista con Berlinguer che avrebbe dovuto sorpassare la DC. Non sapevamo ancora della capacità di recupero del dinosauro DC…
Piazza del Duomo a Milano la notte prima con tutti i radicali, piazza piena, Adele Faccio che grida contro il Duomo: «Quelli lì non devono mettersi sotto le nostre lenzuola e giudicare!»; e Marco, prolisso come al solito, che sfora la mezzanotte rischiando denunce… capirai, denuncia più denuncia meno…
La sensazione è che il blocco PCI +Radicali (che allora andava a braccetto con la sinistra extraparlamentare) avrebbe vinto. Euforia. Dopo, tutti al ristorante greco. Marco era per strada con il solito maglione nero e il ciondolo Peace&Love: non smetteva di parlarci… di tenere comizio… Profumo di souflaki e due pensionati del piano terra che ci guardavano in pigiama e ricordavano i due vecchietti dei Muppets. Chiedo io: «Signora facciamo troppo rumore?»; «No ma l’è quel sciùr li che l’è semper in televisiun che se el va no via chi se dorm nagott!»… e Marco che continuava ad arringare senza nemmeno ascoltarli…
Gli ho voluto bene fino a quando il suo IO grande come Sesto San Giovanni non ha avuto il sopravvento, divorandosi tutti coloro che tentavano una posizione personale. Poi la sua deriva vagamente di destra che partorì mostri epocali come Capezzone o Taradash… ed infine il berlusconismo e il sionismo. Non l’ho più sopportato, la sua avversione viscerale alla sinistra, l’appoggio a Berlusconi contro la magistratura… Non l’ho più capito e in molti ce ne siamo andati. Io ho formato il Movimento RadicalSocialista insieme ad altri fuoriusciti ma con il cuore a sinistra; altri hanno tentato vie minoritarie come i Radicali di Sinistra… briciole di un universo che Marco aveva creato e castrato sotto la sua personalità ingombrante.
Non posso non volergli bene. Lui ha cambiato la politica e la società molto più di una classe politica autoreferenziale. Resta un esempio. Anche se il mio appoggio si è poi trasformato in insopportabilità e lontananza totale da certe scelte imbarazzanti. Resta l’epopea degli anni 70, una visione alternativa di un mondo libero per chiunque, dalle battaglie delle femministe al divorzio, della prime difese dei diritti dei gay del FUORI, che faceva parte dei radicali, agli obiettori di coscienza: un mondo che molti come me si portano ancora dentro. Grazie a lui.
- pannella
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