La sanità in provincia di Pesaro: quanti regali ai privati!

di VALENTINA PENNACCHINI

Povera sanità pesarese (e non solo)! Dall’ospedale “unico” a Muraglia ad una rete ospedaliera policentrica affidata al privato (Sassocorvaro, Chiaruccia…). Non si potenzia il sistema pubblico e si apre al privato convenzionato. Ma non è finita! L’ospedale unico, ormai tra virgolette, e pubblico, anch’esso sempre più tra virgolette, verrà finanziato con un contratto di disponibilità, una forma di partenariato pubblico-privato, disciplinato dall’art.160-ter del Codice degli appalti, caratterizzato dall’affidamento a privati, a proprio rischio (basso) e a proprie spese (poche rispetto a quelle che, a naso, saranno a carico della pubblica amministrazione), della costruzione e della messa a disposizione a favore dell’amministrazione di un’opera di PROPRIETA’ PRIVATA compensata con un canone di disponibilità composto da una parte obbligatoria (da versare per tutto il periodo di disponibilità dell’opera) e da due parti eventuali: un contributo in corso d’opera non superiore al 50% del costo di costruzione, conseguente all’eventuale trasferimento della proprietà all’amministrazione, ed una cifra per il trasferimento della proprietà a fine contratto.

Queste due ultime eventualità non devono obbligatoriamente esser previste. Tradotto: i nuovi padiglioni dell’ospedale a Muraglia saranno dei privati salvo riscatto. A che prezzo? Difficile dirsi visto che l’ammontare del riscatto dovrà esser rivalutato ad opera conclusa… Perché questa tipologia di contratto? Semplice: perché i soldi non ci sono! La “bontà” di questa forma di finanziamento sta nel fatto che è un investimento che non rientra nelle categorie della spesa pubblica soggette ai vincoli del patto di stabilità; le spese relative all’investimento, per quanto riguarda la parte a carico della stazione appaltatrice, possono esser contabilizzate fuori bilancio, mentre solo il canone di disponibilità incide sui saldi rilevanti ai fini dei calcoli del rispetto del patto di stabilità e dev’essere inserito tra le spese correnti.

Ma c’è proprio bisogno di un nuovo ospedale? Perché investire 200 milioni di euro (o forse più) che non ci sono in un’opera privata quando si smantellano e si svendono strutture pubbliche che potrebbero essere riqualificate? San Salvatore di Pesaro: la parte nuova verrà destinata ai poliambulatori e agli uffici, la vecchia demolita per dare spazio all’edilizia residenziale. I muri vanno di moda… e i regali ai privati non passano mai di moda. Santa Croce di Fano: forse un pronto soccorso in grado di gestire non solo codici bianchi e verdi, poi si vedrà, tanto la struttura è già da tempo nell’elenco dei beni alienabili e visto l’andamento del mercato immobiliare è un’affare per i privati. Chiaruccia: una bella clinica privata convenzionata, perché no?

I privati ringraziano i partiti (PD in primis), i cittadini subiscono. Intanto si tagliano posti letto nonostante le Marche siano già entro i parametri dei 3,7 posti letto per 1000 abitanti e la provincia di Pesaro-Urbino persino al di sotto. Chi, come la sottoscritta, ha a che fare con le strutture sanitarie vive il collasso degli ospedali pubblici. Quando leggo i toni entusiastici di Ceriscioli, il governatore delle Marche (PD), e delle sue “ancelle” nel descrivere la capacità della rete ospedaliera marchigiana di affrontare l’emergenza influenzale, mi viene da ridere. La realtà dice altro: reparti stracolmi, letti già occupati prima di esser stati liberati, pazienti che restano in rianimazione perché non si sa dove metterli (sempre che non ci siano emergenze sennò c’è il corridoio), personale ridotto all’osso (7000 posti in 10 anni e blocco del turnover) che non si vede non perché non voglia farsi vedere ma perché i ricoveri son troppi. Spending review? In parte, perché quella si può aggirare quando ci sono in ballo interessi politici ed economici (contratto di disponibilità per un nuovo ospedale) ma è tassativa sul numero dei posti letto. La politica manda ispettori a Nola per prendersela con il personale medico-sanitario e lancia strali contro gli utenti che affollano i pronto soccorso per problemi futili e non si vaccinano come consigliato. La responsabilità è politica! Visto il trend demografico e l’invecchiamento della popolazione non bisogna essere grandi statisti per prevedere altissimi accessi alle strutture ospedaliere e per capire che la politica dei tagli ai posti letto e alla sanità in genere è sbagliata. Non basta rendere gratuiti i vaccini che prima non erano coperti dal servizio sanitario nazionale. Brava Lorenzin per i vaccini ma non certo per aver avallato, almeno come riportato da Ceriscioli, il ricorso al contratto di disponibilità per la realizzazione del nuovo ospedale a Muraglia… e per tanto altro.

Valentina Pennacchini (MRS Pesaro e Fano)

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