Dobbiamo invertire RADICALMENTE la direzione di marcia. Non pensiamo che sia più tempo di riformismo, che ha fallito; pensiamo che sia tempo di RADICALISMO. Dobbiamo rovesciare il tavolo della DISEGUAGLIANZA, non pensare che si possa lenire qualcosa con provvedimenti tampone e compromessi. Questo è “vincere”. Una vittoria vera, una VITTORIA CULTURALE. Il vero “realismo” è quello di andare a fare la stampella di Renzi oppure CAMBIARE IL VOCABOLARIO DEL PAESE e attrezzarsi… anche per un tempo forse lungo?
Voglio citarvi Emilio Lussu (Pci) che nel ’48, quando vinse la DC, prese la parola in Parlamento e disse: «Il Paese i suoi rappresentanti lo possono servire solo in due modi: nell’assumere la grande responsabilità dell’amministrazione dello Stato e nella critica dall’opposizione. Se questo concetto che l’opposizione è un dovere critico, ugualmente indispensabile e degno quanto quello di assumere la responsabilità della direzione dello Stato, entra finalmente nel costume della nostra vita politica, deve cessare questo sconcio ormai penetrato nel cervello e nell’ambito degli uomini di governo e tutti i settori della burocrazia e in tutti i rami dell’amministrazione dello Stato, quello per cui il governo è l’ordine e l’opposizione il disordine».
Il punto non è la “mistica della sconfitta”, non è pensare di restare all’opposizione “per sempre”; ma dobbiamo dirci che per costruire ci vuole tempo. E’ inutile che gli amici e compagni vengano a dirci: “ci prospettate una lunga traversata del deserto”. Ce l’hanno imposta questa lunga traversata nel deserto! Perché io la sinistra al governo non l’ho vista in questi anni! Dobbiamo costruire un nuovo progetto… per una NUOVA SINISTRA.
Non chiediamo cose folli, non sono cose di parte in senso deteriore, non sono cose dal libro dei sogni, non sono fuori dalla storia, chiediamo le cose sancite dalla COSTITUZIONE, cose che stanno nel cuore, nel centro della cultura di sinistra. E un’altra cosa. Potrò sembrare presuntuoso, ma credo sia la verità: dobbiamo sapere che SIAMO DALLA PARTE GIUSTA, dobbiamo sapere che abbiamo ragione! Siamo sui principi fondamentali della Carta Costituzionale: eguaglianza, inclusione, giustizia sociale, pieno sviluppo della persona umana… Sono i fondamentali punti del progetto che è stato costruito con il sangue della Resistenza e dell’antifascismo.
Quelle basi sono le basi giuste. Non si combatte il nuovo fascismo cancellando le iscrizioni dai monumenti, con il vandalismo di Stato e l’iconoclastia di Stato; si combatte il nuovo fascismo dando soldi alla scuola e all’università, e mettendo in grado gli italiani di oggi e di domani non di sapere che il fascismo “non è stato” ma come dice Primo Levi di meditare che “è stato”: non lo dobbiamo rimuovere, dobbiamo conoscerlo, e criticarlo costruendo un Paese diverso.
Io spero che saremo IN TANTI a credere che valga la pena di dedicare un po’ di tempo della nostra vita per provare a cambiare davvero questo Paese. E cambiarlo attuando il progetto della Costituzione.
(discorso di Tomaso Montanari a Bologna – 12 settembre 2017 – trascrizione di Vania Valoriani Fammoni)