Giustizia e liberazione. Dunque… Potere al Popolo!

Non è che la storia recente della sinistra italiana autorizzi facili entusiasmi, ma quello a cui stiamo assistendo e (come MRS) contribuendo nell’ultimo mese è qualcosa di rilevante e di assolutamente nuovo e diverso: la nascita dal basso, in un silenzio mediatico pressoché totale, di un progetto politico e di una lista elettorale – Potere al Popolo – che senza alcuna guida personalistica né riferimento parlamentare sta ridando entusiasmo a tanti militanti di sinistra (ripetutamente delusi e traditi dai vertici dei loro precedenti partiti) e portando alla politica attiva moltissimi giovani che andavano finora a gonfiare il bacino sempre crescente dell’astensione e del disimpegno.

Rispondendo prontamente al fallimento del Brancaccio – affossato dal trio partitico che scegliendo come (improbabile) leader il presidente del Senato Pietro Grasso ha poi creato la lista “Liberi e Uguali” egemonizzata politicamente e mediaticamente dalla coppia D’Alema-Bersani, simboli viventi del completo fallimento storico della stagione ulivista – una serie di forze politiche, associazioni, comitati e singoli militanti senza più una casa politica ha dato il via ad un progetto “folle” e ambizioso, guidato dai ragazzi dell’ultraoperativo centro sociale napoletano “Je So’ Pazzo”, per coprire un vuoto che solo i “cronisti di palazzo” di televisioni e giornali potevano non vedere: è infatti inconcepibile che compagni con un passato di lotte sociali su tematiche molto concrete (lavoro, salari e pensioni, casa, sanità e scuola pubbliche, ambiente, smantellamento dello stato sociale e dei beni comuni) possano ritrovarsi ad appoggiare una lista capeggiata dai massimi esponenti di quel centrosinistra che ha avviato le politiche neoliberiste e siglato i trattati-capestro con l’Unione Europea, inserendo addirittura in Costituzione il pareggio di bilancio, dogma assurdo perfino per gli economisti postkeynesiani statunitensi, come Warren Mosler, che non si capacitano di tanto tafazziano masochismo da parte della sinistra governista che orbita intorno al Pd.

E’ stato proprio il misero fallimento di quel ceto politico a determinare a suo tempo il trionfo del renzismo, per cui risulta sconcertante e patetico il tentativo di combattere l’effetto con le stesse cause che l’hanno prodotto. Serviva una rottura radicale (aggettivo che l’irresistibile Crozza-Grasso ammetteva di non avere mai sentito, dopo che il vero Grasso aveva curiosamente esclamato, leggendo un discorso che si presume scritto di suo pugno: “mi è piaciuta questa parola!”): ed ecco che il popolo di sinistra ha raccolto il testimone del duo Montanari-Falcone, portando avanti con grande coraggio e decisione quella che appariva una sfida quasi impossibile, e che adesso invece, dopo due assemblee romane estremamente partecipate ed entusiaste (accompagnate da decine di appuntamenti in tutta la penisola) appare una sfida più fattibile perché accettata da tanti; una scommessa che ora forse si può vincere.

Del resto così è nato Podemos in Spagna, e così bisogna continuare a fare tenendo insieme con molta concretezza, a partire dai bisogni e dai diritti dei cittadini ed in particolari delle classi che subiscono la crisi capitalistica, la società civile più impegnata e combattiva e quei pezzi di politica non coinvolti nelle precedenti fallimentari esperienze a sinistra, o che comunque hanno saputo rinnovarsi e fare autocritica, pagando anche prezzi elevati per difendere la loro coerenza e autonomia. Così è bello vedere insieme la nuova Rifondazione di Maurizio Acerbo, il rinnovato Pci, la Sinistra Anticapitalista di Turigliatto (che aveva duramente pagato per le sue posizioni pacifiste e antimperialiste) e il meglio della tradizione socialista e radicale come Risorgimento Socialista e il nostro Movimento RadicalSocialista, insieme alla piattaforma Eurostop di Giorgio Cremaschi e all’appoggio dell’associazione DEMA del sindaco di Napoli De Magistris: proprio i due riferimenti politici a cui più si è richiamato MRS in questi anni.

Dunque la nostra partecipazione al progetto era davvero necessaria, e nondimeno è passata attraverso un capillare sondaggio tra gli iscritti e simpatizzanti, ricevendo soltanto una astensione e nessun voto contrario. Risultato sorprendente se si considera che in tutte le precedenti tornate elettorali la nostra associazione si era limitata ad appoggiare le candidature in diverse liste di alcuni suoi iscritti; cosa che non viene esplicitamente esclusa dall’attuale presa di posizione collettiva, che però esprime un orientamento abbastanza preciso e “vincolante”, sia pure nel rispetto di quella totale libertà di… traduzione elettorale dei valori fondanti che MRS ha sempre riconosciuto ai suoi membri in questi 11 anni di storia associativa. Una storia cominciata col sogno di “ricostruire dal basso una sinistra radicale, alternativa e autonoma, basata sugli ideali di giustizia e liberazione”. Questo sogno è ancora attuale, ed anzi forse per la prima volta si sta cominciando a delineare.

Senza ingenui ottimismi, come detto all’inizio, siamo intenzionati a portare nel progetto di “Potere al Popolo” la nostra elaborazione ideale, sui maestri e i fondamenti socialisti e libertari della sinistra italiana. Per un’idea di socialismo che non sia limitante e “diversa” rispetto alle tradizioni comunista, anarchica e radicale, ma che sia la sintesi e la fusione delle diverse anime storiche della sinistra italiana, ritrovando radici e simboli che non possono, non devono essere recisi: ecco perché cantare “Bandiera Rossa” al termine dell’assemblea di domenica, dopo anni di oblio di questa antica canzone popolare che ha scaldato i cuori di intere generazioni di lavoratori e studenti comunisti, è stato davvero emozionante e liberatorio. Come ha detto una nostra compagna: “Mi è venuta la pelle d’oca!”.

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