Patrimoniale SÌ (e biasimo per chi non la vuol pagare)

di LEONARDO MARZORATI

Nei giorni scorsi i parlamentari Matteo Orfini (PD) e Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana – LeU) hanno proposto un prelievo patrimoniale per aiutare le casse dello Stato in ulteriore difficoltà dopo la pandemia da Covid-19.

Tutto il mondo liberale, che oggi è ben vasto, si è opposto alla proposta dei due parlamentari, arrivando anche a parlare di comunismo. Magari, direbbe qualcuno. Sui social, gli esponenti centristi del liberismo si sono trovati per una volta dalla stessa parte della barricata con gli odiati “sovranisti” di destra. L’economista Riccardo Puglisi si è schierato a fianco del leghista Claudio Borghi contro la famigerata patrimoniale. E i loro succubi followers hanno fatto comunella, per una volta. Il “turbo-filosofo” Diego Fusaro è riuscito a stuprare Marx per l’ennesima volta, abusandone in una sua personale battaglia contro un, a suo dire, tentativo dello Stato di mettere le mani nelle tasche degli italiani. Quanti presunti amici del proletariato difendono la ricca borghesia! Segnale che la proposta va nel senso giusto e fa venire al pettine i nodi di propagande distorsive. Anche esponenti del Movimento 5 Stelle e dello stesso PD di Orfini hanno gridato alla proposta repressiva, degna dell’Unione Sovietica.

Il disegno di legge di Orfini e Fratoianni è però tutt’altro che bolscevico. La patrimoniale dei due esponenti del centrosinistra prevede una tassa dello 0,2% su quella parte di patrimonio superiore ai 500.000 euro e dello 0,5% su quella superiore al milione di euro. Per patrimonio si intende la somma dei beni custoditi in banca, dal conto corrente alle azioni, più i beni immobili, dalle case ai terreni. Il valore degli immobili sarebbe quello catastale, inferiore a quello di mercato. Stando alle analisi degli economisti, a dover pagare qualcosa sarebbe il 4-5% della popolazione. Chi tra immobili e soldi in banca arriva a 600.000 euro, per esempio, pagherà lo 0,2% di 100.000 euro, cioè 200 euro. Chi arriva a un milione e mezzo, quindi parliamo di ceto alto, pagherà lo 0,2% di 500.000 euro più lo 0,5% di 500.000 euro, cioè 3.500 euro. Chi ha beni per un milione e 500.000 euro non può pagare 3.500 euro?

Come è successo in passato, la ricca borghesia italiana ha alzato gli scudi, forte della sua influenza su media e politica. Purtroppo tante persone, che 500.000 euro non le vedranno mai nell’arco della loro vita, si sono affiancate alle lacrime di coccodrillo dei nostri grassi capitalisti. La proposta di Orfini e Fratoianni, com’è prevedibile, è destinata al naufragio. Le patrimoniali, scrive qualche analista, non si dichiarano, si fanno e basta, come fece il 10 luglio 1992 l’allora governo Amato con il prelievo forzoso dello 0,6% da tutti i conti correnti degli italiani, colpendo indiscriminatamente ricchi e poveri. Fu un decreto d’urgenza, votato anche da alcuni che poi dissero No alle patrimoniali.

La proposta di Orfini e Fratoianni è fin troppo blanda. Fa piacere vedere un opportunista come Orfini essersi ricordato dei suoi passati da leader della corrente di sinistra del Pd, quella dei Giovani Turchi, prima di vendersi a Matteo Renzi. Fa piacere per una volta vedere Fratoianni impegnarsi su temi sociali che riguardano tutti i cittadini, non i soli migranti provenienti dal Nord Africa.

Qualche osservatore ha paventato la fuga di capitali all’estero in caso di patrimoniale. Da patriota dico che chi tradisce il proprio Paese per mero interesse economico va punito. La giurisprudenza avrà tutto il tempo per predisporre misure punitive verso chi pensa solo a se stesso e non alla comunità di cui fa parte. Chi fa fuggire ricchezze dall’Italia per non pagare una tassa di necessità, va messo all’indice come detrattore della Patria. Altre strutture dello Stato avranno poi il compito di ricondurre sulla retta via questi soggetti malati di egoismo. Ma torniamo alla realtà.

I liberisti lamentano tassazioni alte alle imprese. Non hanno tutti i torti, ma questa patrimoniale colpirebbe soprattutto le casseforti ben sigillate, non il lavoro. Abbiamo una borghesia stracciona, per citare Giorgio Amendola, che vive più di rendita che non di ingegno innovativo. Amendola lo diceva negli anni ’70 del secolo scorso, quando gli imprenditori italiani innovatori, quelli decantati da Joseph Schumpeter, erano molti di più rispetto agli attuali. Se una fetta minoritaria di italiani benestanti detiene una ricchezza che non inciderà particolarmente nello sviluppo del Paese, perché non colpirla in minima parte? La richiesta di patrimoniale parte da qui.

Una redistribuzione delle risorse è il punto cardine della lotta socialista. La proposta Orfini-Fratoianni va in quella direzione. Per quanto nel futuro prossimo sarà impossibile che venga attuata, i socialisti, i comunisti, ma anche tutte le forze progressiste e riformiste devono sostenerla.

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