Tsipras: ecco perché mi sono dimesso

di ALEXIS TSIPRAS –

Greche e greci,
Negli ultimi mesi tutti noi abbiamo passato momenti difficili e drammatici. La dura trattativa con i creditori è stata una grande prova per il governo e per il paese. Le pressioni, i ricatti, gli ultimatum, l’asfissia di credito hanno portato ad una situazione senza precedenti. Tutti l’abbiamo vissuta.
Ma tutti abbiamo vissuto la pazienza, la calma, la resistenza del nostro popolo. La determinazione popolare che ha segnato il referendum. La decisione di cambiare le cose, di cambiare il paese, di cambiare tutto ciò che ci ha portato alla crisi e la frammentazione sociale.
Cerchiamo di essere chiari: senza questa determinazione popolare i creditori o avrebbero imposto assolutamente la loro volontà o ci avrebbero portato al disastro. Questa determinazione è stata presente in ogni fase dei negoziati. Questa determinazione offriva forza alla nostra resistenza, alla nostra battaglia giorno per giorno, con le assurde richieste e le minacce dei creditori.
Oggi questa difficile fase si conclude in modo permanente con la ratifica dell’accordo e l’erogazione della prima tranche di 23 miliardi di euro e il pagamento delle obbligazioni del paese sia all’estero che all’interno.
L’economia respira. Il mercato sarà normalizzato. Le banche dovranno lentamente trovare il loro ritmo normale. Non si tratta, naturalmente, della fine della difficile situazione che stiamo vivendo ormai da cinque anni, ma ho la convinzione che può essere dimostrata dal lavoro e dalla coerenza di tutti noi l’inizio della fine di questa situazione difficile. Il passo decisivo verso la normalizzazione finanziaria della nostra economia.
Un principio che non è facile, ma che ci offre prospettive e opportunità. Basta che la società resti in piedi e presente. Calma ed esigente come tutto il periodo precedente.

Greche e greci,
Voglio essere assolutamente sincero con voi. Non abbiamo avuto l’accordo che volevamo prima delle elezioni di gennaio. Non abbiamo affrontato però nemmeno la reazione che ci aspettavamo.
In questa battaglia abbiamo fatto concessioni. Ma abbiamo portato un accordo che date le circostanze prevalentemente negative in Europa e dato che abbiamo ereditato dal governo precedente l’assoluto aggancio del paese alle condizioni dei memorandum, era il migliore che si poteva avere.
Questo accordo siamo obbligati a rispettarlo, ma contemporaneamente daremo battaglia per ridurre al minimo le conseguenze negative. Nell’interesse dei molti. Al fine di riconquistare al più presto la nostra sovranità di fronte ai creditori. Senza accettare come verità infallibili le loro interpretazioni. Senza accettare i tagli orizzontali, le atrocità sui diritti del lavoro, il dissanguare sempre le più deboli forze sociali.

E abbiamo già dimostrato che sappiamo e possiamo lottare per raggiungere molte cose. Ricordate solo quale era la posizione dei partner prima di questo accordo: una proroga di cinque mesi del programma precedente, piena applicazione degli impegni del governo precedente e dopo nuovi prerequisiti per il finanziamento del paese.
A questo punto, e dopo il referendum, abbiamo approvato un accordo triennale, con un finanziamento assicurato. Ricordate anche che ci avevano chiesto l’abolizione immediata delle pensioni EKAS, la privatizzazione la rete di energia elettrica e della “piccola DEH – Enel”. Queste cose non le abbiamo accettate e abbiamo vinto.
Avevano chiesto anche l’applicazione immediata della clausola per il deficit pari a zero per i fondi integrativi dei pensionati. Nell’accordo vi è un riferimento esplicito alla ricerca di misure equivalenti e siamo pronti a dare questa battaglia. Anche il ripristino dei rapporti di lavoro e l’impedimeto dei licenziamenti collettivi nel settore privato, sono nel nostro obiettivo irremovibile e penso che raggiungeremo anche questo.
I licenziamenti nel settore pubblico sono ormai alle spalle e sono tornati i bidelli delle scuole, le donne delle pulizie e il personale amministrativo nelle università.
Negli ospedali non c’è più il ticket dei 5 euro, mentre si fa strada la procedura per assumere 4.500 tra medici ed infermieri che sono assolutamente necessari attraverso un concorso pubblico.
Non dimentichiamo che abbiamo siglato l’accordo a surplus primari drammaticamente inferiori rispetto a quelli del governo precedente, con il risultato che le misure necessarie al risanamento dei conti pubblici sono inferiori di 20 miliardi di euro.
Inoltre, il nuovo accordo di finanziamento non è sottoposto al diritto inglese con caratteristiche coloniali che avevano accordato i governi greci negli accordi precedenti, ma si riferisce al diritto europeo ed internazionale, mentre il nostro paese mantiene tutti i privilegi e le immunità che proteggono la proprietà pubblica.
Ed infine, per la prima volta in modo cosi esplicito ed inequivocabile si determina la procedura per la riduzione del valore del debito greco, che è forse il nodo più importante per risolvere il problema. Abbiamo guadagnato allora terreno significativo, senza che ciò significhi che abbiamo ottenuto quello che noi e la nostra gente ci aspettavamo.

Greche e greci,
Ora che questo ciclo difficile si conclude, e a differenza del solito atteggiamento di molti che si sentono sempre autorizzati a mantenere i posti, gli offici, gli incarichi indipendentemente dalle condizioni e circostanze, sento il profondo obbligo morale e politico di rimettere al vostro giudizio tutto quello che ho fatto. Le cose giuste e gli errori. I successi e le mancanze. Perciò ho deciso di recarmi dal Presidente della Repubblica per presentare le mie dimissioni e le dimissioni del mio governo.
Il mandato popolare che ho assunto il 25 gennaio ha esaurito i suoi limiti. Ed ora la parola deve passare di nuovo al popolo sovrano. Voi, con il vostro voto, deciderete se abbiamo rappresentato il paese con la determinazione e il coraggio che richiedevano i difficili negoziati con i creditori.
Voi, con il vostro voto, deciderete se l’accordo ottenuto offre le condizioni per superare l’attuale impasse, far riprendere l’economia, intraprendere una strada che lasci indietro i memorandum e la crudeltà che essi comportano.
Voi, con il vostro voto, deciderete chi e come può portare la Grecia nella strada difficile ma promettente che si apre davanti a noi. Chi e come potrà negoziare meglio la diminuzione del debito. Chi e come potrà procedere con passo sicuro e costante alle riforme necessarie, profonde e progressiste di cui abbiamo bisogno.
E, infine, con il vostro voto, voi vi giudicherete tutti. Tutti coloro che hanno dato battaglia dentro e fuori del paese, per non mettere la Grecia di fronte al plotone di esecuzione.
E quelli che invocando la coerenza ideologica e proponendo il ritorno alla dracma di una Grecia che tuttavia ha bisogno dei crediti, commettono l’estrema incoerenza di convertire in minoranza parlamentare la maggioranza che il nostro popolo ha dato per prima volta alla Sinistra.
Ma anche quelli del vecchio sistema politico e i centri di potere che per tutto questo tempo ci hanno messo sotto pressione, coordinati con i più duri centri dei creditori, affinché firmassimo qualsiasi cosa che ci mettevano davanti. Calunniando anche la nostra resistenza come fosse ostruzionismo.

Greche e greci,
mi affido al vostro giudizio, con la mia coscienza tranquilla. Orgoglioso per la battaglia che io e il mio governo abbiamo fatto. Mi sono sforzato in tutto questo tempo di attenermi a ciò che avevamo promesso. Abbiamo negoziato duramente e con tenacia, per lungo tempo. Abbiamo resistito alle pressioni e ai ricatti. Siamo arrivati, è vero, a situazioni limite per il popolo e per l’economia, ma abbiamo fatto del caso greco una questione globale.
Abbiamo fatto sì che la resistenza del nostro popolo diventasse una bandiera e un incoraggiamento per la lotta per gli altri popoli europei. E l’Europa non è più la stessa dopo questi difficili sei mesi.
L’idea che si possa finalmente mettere fine all’austerità guadagna terreno.
E noi, la Grecia, con prestigio e un raggio di azione molte volte più grande della nostra dimensione geografica abbiamo giocato e giochiamo un ruolo di primo piano nei cambiamenti a venire.
Nel dibattito per il futuro dell’Europa la Grecia sarà in prima linea. Ieri con una lettera ho chiesto al presidente del Parlamento europeo che questa istituzione acquisisce con una legittimazione democratica diretta un ruolo attivo nel programma di finanziamento greco.
La trasparenza, l’aperto dibattito democratico, il fatto democratico di rendere conto delle proprie azioni di tutti, la valutazione dell’impatto che esse hanno, dovrà essere ormai parte integrante dell’applicazione del nostro accordo con i partner.

Greche e greci,
Per tutto questo il tempo, nonostante le condizioni dure e difficile del negoziato abbiamo ottenuto anche di lasciare dietro di noi l’esempio di un modo diverso di governare. Abbiamo legiferato sul pagamento dei debiti arretrati in cento rate, abbiamo preso le misure per la crisi umanitaria, abbiamo riaperto la televisione pubblica, abbiamo presentato il disegno di legge per le frequenze radiotelevisive, abbiamo votato la legge sugli immigrati, abbiamo fatto un intervento decisivo per fermare le miniere d’oro a Skouries e impedire un crimine ambientale, e decine di altre misure e iniziative, che dimostrano questo nuovo modo di governare. E dimostrano anche la nostra decisione di cambiare il Paese con coraggio e fiducia il paese, utilizzando il sostegno sociale per obiettivi di riforma.
Davanti a noi abbiamo ancora molte battaglie difficili, questa volta all’interno del paese. La battaglia contro gli interessi loschi ed oscuri, contro la corruzione, è appena iniziata. La battaglia per far pagare finalmente gli eterni privilegiati, che nessuno fino ad oggi ha avuto il coraggio di toccare. La battaglia per portare alla giustizia coloro che fino ad ora sono stati al di sopra della legge. La lotta contro l’evasione fiscale, per un sistema fiscale giusto e stabile. La battaglia delle battaglie per cambiare lo stato e farlo diventare ogni giorno più efficiente; più amichevole per il cittadino; più ostile ai favori politici e clientelari, al favoritismo del partito che governa ed alla corruzione.
Tutte queste cose richiedono un mandato chiaro, un governo forte e stabile, che non abbia un percorso vacillante. E soprattutto richiedono di tener lo stesso passo della società, di tutti coloro che vogliono il cambiamento con la democrazia, le riforme con segno progressista, la trasparenza e la giustizia.

Greche e greci,
Nonostante le difficoltà, io rimango ottimista. Credo che i giorni più belli non li abbiamo ancora vissuti, intrappolati dentro la tenaglia del negoziato. Chiederò il voto del popolo greco, per governare e per rivendicare tutti gli aspetti del nostro programma di governo.
Più esperti, più preparati, più pragmatici, ma sempre impegnati per l’obiettivo finale di una Grecia libera, democratica e socialmente giusta, saremo diritti in piedi e pronti alle nuove condizioni e sfide.
Vi garantisco che non consegneremo lo scudo delle nostre idee e dei nostri valori. A nessuno e di fronte a nessuna difficoltà. E vi invito, tutti insieme, con calma e con decisione, a combattere la difficile battaglia per rimettere in piedi la nostra patria.
Per mantenere, in questi tempi difficili, la Grecia e la democrazia nelle nostre mani.
E per riportarla in alto.
Vi ringrazio.

(Traduzione di A. Panagopoulos)

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