di STEFANO LONGO –
Quello che ha deluso e disorientato tanti della mia generazione inevitabilmente contagiando i nostri figli (io ho 49 anni) è stato vedere il percorso delle personalità della Sinistra che in alcuni momenti della nostra vita ci hanno anche entusiasmato ed illuso e poi deluso. Persone che fino agli anni Ottanta erano paladini di certi ideali che noi non abbiamo abbandonato, sono passati con disinvoltura dall’altra parte della barricata a dirci che le stesse cose che dicevano loro un tempo, dette da noi sono diventate estremismo o peggio infantilismo politico (come definiva Lenin l’estremismo, ossia il periodo infantile della Rivoluzione).
Se ci fai caso metà di coloro contro cui ci battiamo, dai referendum sulle Deforme della Boschi all’asservimento totale del governo alla Confindustria, sono gli stessi che da destra ma soprattutto da sinistra criticavano e salivano sul pulpito dei predicatori per lanciare anatemi contro il rampantismo dei craxiani o ancor peggio contro la Democrazia Cristiana!
Lo dico perché sono testimoni tanti giovani (oggi un po’ meno) che nei cortei del 1° Maggio cantavano MA CHE DEMOCRAZIA, MA CHE CRISTIANA, LADRI, MAFIOSI E FIGLI DI PUTTANA! Ora con quei FIGLI i contestatori di allora governano e sono complici nella devastazione della Costituzione e in prima fila nella difesa dei Minchionne di turno. Se noi non riprendiamo quella bandiera rossa dal fosso in cui è stata gettata, la lotta di chi ci ha creduto (perché è bene ricordare che non sono stati tutti corrotti dal potere), non c’è alcuna possibilità di ridare al Paese e a noi operai e lavoratori in generale – così come agli studenti – una prospettiva che mai come oggi suona come una profezia indiscutibile, ossia SOCIALISMO O BARBARIE, come tuonava Rosa Luxemburg fino al giorno del suo omicidio.
Un Paese senza una forza che riassuma la spontanea sete di giustizia, uguaglianza e libertà, che ha le sue antiche radici nelle battaglie secolari del Movimento operaio passate per la lotta di Resistenza anti-nazifascista, per la dura battaglia per veder rispettati i Diritti Civili, il 1968 e le riforme di struttura anni ’70 ma proiettata al futuro e alle nuove sfide come la lotta al rinato razzismo, restituire un nuovo Art.18 per tutti, uscita dalla NATO, lotta contro tutte le guerre, riforma seria di scuola e università, lotta contro la mafia ancora salda al potere nelle sue roccaforti oggi anche e soprattutto al nord, guerra a tutto ciò che sta distruggendo il nostro meraviglioso patrimonio naturale non come moda ma come conditio sine qua non per avere una società che sappia conciliare lavoro e ambiente; ovviamente lotta alla corruzione che è un cancro al pari delle mafie e rilancio dell’emancipazione non solo femminile che ancora ha bisogno di tanta energia ma anche di tutto quel nuovo proletariato e sottoproletariato che anche se oggi scatena più intolleranza che solidarietà: mi riferisco alla immigrazione dal sud del Mondo, che necessita di comprensione e appoggio contro xenofobia e razzismo di ritorno.
In queste righe ce ne sarebbe abbastanza per i primi 20 anni di un governo delle Sinistre! Ma la sinistra italiana ha il coraggio di intraprendere questa strada o preferisce fare come a Roma dove senza dirlo, ma in molti lo hanno pensato, si preferisce far vincere altri perché la matassa è troppo intricata? Di questo si doveva parlare alle nostre feste! Per questo mi ha stupito l’invito di Orfini alla Festa di S.I.: che ci azzecca? Ora mi fermo perché sono stato esageratamente lungo ma la politica è fatta anche di posizioni e questa credo sia la sequela di priorità che “Risorgimento Socialista” vuole mettere al centro della discussione e della nostra azione politica.
BRAVO COMPAGNO STEFANO.
DAVVERO OTTIME E DECISAMENTE CONDIVISIBILI LE TUE CONSIDERAZIONI.
GIORGIO MOSCHELLA
Grazie. sognare non costa nulla ma se se imparassimo a sognare con più forza magari….a presto….Ventotene insegna…