di ALFREDO AGUSTONI –
RIDUZIONISMI CANNIBALI… Quelli che pensano che un certo livello della realtà possa essere spiegato a partire da un altro, sottostante, livello della realtà, tanto da rendere superfluo quel livello stesso… Di solito sono biologi, spesso geniali (vedi Edward Wilson, Desmond Morris, Richard Dawkins & c.) che praticano questo “riduzionismo cannibale” ai danni di noi cultori delle scienze sociali (della serie che noi non serviamo a niente, perché la biologia umana spiega già tutto… è tutto nel DNA ).
Confrontiamo, a questo proposito, due famigerati “riduzionisti cannibali”, appunto Dawkins e Wilson. Dawkins, genetista molto sottile, teorizza il principio del “gene egoista”, della serie che l’egoismo non appartiene all’individuo o alla specie, ma al gene (per cui il comportamento è più o meno egoistico o altruistico a seconda di quello che è più favorevole alla diffusione di un certo gene). Oscar Wilson, grande entomologo, confronta le società umane a formicai o alveari, ma forse gli sfugge qualcosa, proprio alla luce della genetica egoistica del sottile collega Dawkins: le api e le formiche, che vivono “in società” come gli umani, non si riproducono individualmente; è il formicaio o l’alveare a riprodursi, per il tramite della regina, e questo spiega l’estrema abnegazione, da decine di milioni di anni, delle api e delle formiche, alla luce del principio del “gene egoista”: bravo Rickie Dawkins, l’hai azzeccata!!! Ma qualcosa, Rickie, ancora ti manca… Nulla di simile tra gli umani, che si riproducono individualmente, sono vissuti per centinaia di migliaia di anni in bande di pochi individui e poi hanno cambiato registro, hanno domesticato il fuoco e imparato a parlare, perché avevano un cervello abbastanza flessibile, così come il loro cavo orale; hanno cambiato nel tempo le proprie condizioni di vita, perché sono diventati capaci di comunicare; i suoni del loro linguaggio sono diventati i simboli del loro pensiero, per cui sono diventati capaci di pensare e immaginare mondi impossibili (il socialismo libertario a noi caro?) e il loro cervello molto flessibile li ha resi mitopoieti, diversamente da tutti gli insetti sociali che popolano il creato. Naturalmente non siamo egoisti come una mantide che divora il suo compagno (che si fa divorare egoista e tranquillo, nel nome dell’egoismo genetico), né altruisti come un’ape che muore pungendo chi assale il suo alveare… Siamo bestiacce individualmente egoiste, ma siamo diventate capaci di parlare, di esprimere le nostre emozioni e di creare universi simbolici, di concepire la nostra vita e di decidere a quali condizioni valga la pena di essere vissuta (una mosca scapperà sempre da un ragno, una vespa da una libellula, per riflesso condizionato… Anche io se vedo una tigre scappo: sono pur sempre parte del mondo biologico).
Vale la pena di amarci, non di farci la guerra come formicai rivali; vale la pena di appassionarci tutti insieme a capire il mondo che ci circonda e il senso della nostra vita…
Perché il nostro DNA ha fatto di noi qualcosa di più degli insetti??? Il nostro DNA ci poteva relegare al ruolo di primati senza parola, eppure abbiamo imparato ad usare il nostro cervello e il nostro cavo orale… Parliamo e le nostre parole sono i nostri pensieri … Geneticamente egoisti? Quante persone, incluso il sottoscritto, hanno scelto di non avere figli o non hanno scelto di averne? Oppure ci hanno rinunciato perché gli dicevano tutte che erano troppo grassi (come il sottoscritto: 1.83 per 60 kg di peso)… Eppure i cinesi di età imperiale erano sessualmente eccitati dai piedi deformati delle donne, come gli europei del XVIII secolo dalle donne con vite di vespa…. Bene: proprio il contrario del riduzionismo cannibale, che vorrebbe gli uomini attratti da quello che è più adeguato alla sopravvivenza e alla riproduzione!
Valesse per noi uomini il principio del gene egoista, tutti sceglieremmo di riprodurci, cosa che io non feci… Non va contro il principio del gene egoista? Eppure sto BENE così, con buona parte dei tanti cannibali che mi insegnano che NON SONO ALTRO che un animale… Ebbene… io sono ANCHE un animale, ma la mia natura animale mi consente di essere qualcosa di più… parlare con i miei simili, stabilire cosa va e cosa non va, stabilire che perché tutto vada è forse necessaria una lotta, fare riferimento ad una storia ed una tradizione (diciamo il socialismo e la Comune di Parigi)… Dio mio, quanto sono più fortunato di uno scarafaggio e di un ragno! Dio mio, quanto sono più fortunato dei miei fratelli del Pleistocene, dei tempi dei tartari o delle invasioni vichinghe!