Il vero padrone è il Cavaliere

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Composizione grafica di Luca Peruzzi

da Micromega

La democrazia è compromessa, l’etica della responsabilità abusata, quando dall’agenda politica scompare ogni accenno al conflitto di interessi e al dominio berlusconiano sulle tv. Gli italiani (compresi gli 11,5 milioni che si sono astenuti, per rassegnazione o rabbia) hanno condannato vent’anni e più di politica offesa da tornaconti partitocratici. Sono stati ignorati.

di Barbara Spinelli, da Repubblica, 1 maggio 2013

Proprio nel momento in cui prometteva il “linguaggio sovversivo della verità”, il nuovo presidente del Consiglio ha riscritto a modo suo, storcendolo non poco, il mito di David e Golia. Lo voleva usare come parabola delle larghe intese e della pacificazione, quando è una storia di guerra astuta e cruenta. Ha evocato la rinuncia alle armi del fanciullo-pastore. Quasi quest’ultimo prefigurasse un Cristo (falso, peraltro) che porge la guancia all’avversario e per questo rifiuta l’elmo di bronzo, la corazza, la spada – cui non è abituato – portando con sé solo cinque ciottoli lisci e la fionda.

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Grillo e il mito del volo di Ulisse

Di Barbara Spinelli tramite Eddyburg.it

Un lucido anatema contro chi, per esorcizzare la critica al sistema dei partiti col definirla “anti-politica”, ha distrutto  la speranza di rinnovare la democrazia e ha portato al trionfo in Italia una destra indecente, che ci allontana dall’Europa. La Repubblica, 24 aprile

GLI ultimi movimenti di Grillo, dopo la rielezione di Napolitano, sono non solo prudenti ma inquieti: quasi contratti. Non ha afferrato l’occasione offerta dalla collera di migliaia di cittadini, che avevano sperato in Stefano Rodotà: dunque in una democrazia rifondata, che chiudesse il ventennio berlusconiano. Ha evitato euforiche piazze. Non è un comportarsi populista Perché il populista classico mente al popolo, per usarlo e manipolarlo. Viene in mente, osservandolo, quel che il filosofo Slavoj Zizek disse delle sinistre di Syriza, nel voto greco del giugno 2012: «Sono sognatori che svegliandosi si son trovati in un incubo». Col che intendeva: non sognano affatto, ma razionalmente guardano la realtà e la riconoscono tragica. Continua a leggere