Grillo e il mito del volo di Ulisse

Di Barbara Spinelli tramite Eddyburg.it

Un lucido anatema contro chi, per esorcizzare la critica al sistema dei partiti col definirla “anti-politica”, ha distrutto  la speranza di rinnovare la democrazia e ha portato al trionfo in Italia una destra indecente, che ci allontana dall’Europa. La Repubblica, 24 aprile

GLI ultimi movimenti di Grillo, dopo la rielezione di Napolitano, sono non solo prudenti ma inquieti: quasi contratti. Non ha afferrato l’occasione offerta dalla collera di migliaia di cittadini, che avevano sperato in Stefano Rodotà: dunque in una democrazia rifondata, che chiudesse il ventennio berlusconiano. Ha evitato euforiche piazze. Non è un comportarsi populista Perché il populista classico mente al popolo, per usarlo e manipolarlo. Viene in mente, osservandolo, quel che il filosofo Slavoj Zizek disse delle sinistre di Syriza, nel voto greco del giugno 2012: «Sono sognatori che svegliandosi si son trovati in un incubo». Col che intendeva: non sognano affatto, ma razionalmente guardano la realtà e la riconoscono tragica. Continua a leggere

Vilipendio al popolo Italiano

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“L’inciucio” nella composizione fotografica di Luca Peruzzi
di Olinda Moro
La cosa che fa più male è il silenzio complice dell’informazione di regime e la manipolazione delle notizie. Milioni di cittadini percepiscono quanto avvenuto il 20 aprile, e non a torto, come un colpo basso alla democrazia, un golpe bianco, un’umiliazione democratica. L’informazione non racconta i rilevanti dubbi costituzionali della rielezione di Napolitano e delle condizioni politiche, tutt’altro che garanti, che lo stesso presidente ha posto ai parlamentari ed al paese intero, condizioni meglio note con il termine “inciucio”. Sono stata a Montecitorio dalle tre del pomeriggio fino a sera ed il giorno dopo a SS. Apostoli. Era tanta, tantissima gente. Non erano solo attivisti del M5S, erano elettori del PD, di rifondazione, di rivoluzione civile, di SEL, erano cittadini, tutti uniti dallo sdegno per quello che stava accadendo e per quello che poi è accaduto.

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Il costo della democrazia

Democracydi Francesco Gismondi (Portavoce MRS)

Iniziano a filtrare le prime notizie sul lavoro dei cosiddetti “saggi”.
Ecco cosa scrive Repubblica: “Dimezzamento dei parlamentari: si cambiano i criteri di rappresentatività alla Camera (un deputato ogni 120mila elettori). I deputati passerebbero così da 630 a 470. In più il Senato verrebbe sostituito dalla Camera delle Regioni i cui membri saranno indicati dai consigli regionali che li pagheranno con l’attuale stipendio. Con il taglio di 315 senatori a carico dello Stato i parlamentari passerebbero dunque da 945 a 470.” E ancora: “Accordo anche sulla riforma dei regolamenti parlamentari: più poteri per governo e maggioranza con tempi certi per l’approvazione delle leggi bilanciati da uno Statuto dell’opposizione. Sulla forma di governo Quagliariello vuole il semipresidenzialismo caro a Berlusconi mentre gli altri tre saggi spingono per un rafforzamento dei poteri del premier”.

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La sinistra e la forma partito

di Pierfranco Pellizzetti da Micromega

«La società politica è stata azzerata…è il
prodotto di un ‘movimento per la liberazione
dei ricchi’: i potenti non vogliono dominare
perché hanno capito che non è un’attività
abbastanza lucrativa; vogliono soltanto
arricchirsi e allontanarsi sempre di più dal
resto della società»
Stephen Holmes

Non è vero che prima ci sono i bisogni. Un soggetto collettivo nasce dall’identificazione e dalla concettualizzazione di tali bisogni in una narrazione produttiva di senso e significati (come tale aggregativa): il momento sorgivo della politica democratica, quale alternativa a ciò che tale non è; ossia la pura e semplice tecnologia del potere. Continua a leggere

Perché la sinistra dovrebbe scegliere una legge elettorale proporzionale

di Enrico Grazzini (pubblicato sul Manifesto venerdì 5 aprile 2013)

tramite Eddyburg

Se il parlamento deve essere davvero “lo Specchio del paese” e la democrazia non deve essere sacrificata alla governabilità, non c’è dubbio che il sistema proporzionale sia quello migliore. Ma occorre che la civitas sappia ridiventare polis, che dalla società rinasca la politica. Che cosa sostituirà i partiti, al di là  e meglio delle aggregazioni precarie e temporanee delle liste elettorali? Il manifesto, 5 aprile 2013.

Una tradizione nefasta: dalla legge Acerbo alla legge truffa fino alla “porcata” di oggi Germania, Svizzera, Spagna, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca e Olanda hanno democrazie mature e governi stabili senza presidenzialismi o meccanismi maggioritari. In Italia dovremmo aver imparato che il Porcellum o il Mattarellum hanno favorito una deriva berlusconiana
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