Questo è il report della riunione – protrattasi fino all’una di notte e davvero straordinaria per partecipazione e contenuti del dibattito – tenutasi ieri sera (10 giugno 2014) presso la Casa della Sinistra di Fano.
Tantissime persone (anche in rappresentanza delle forze politiche della sinistra provinciale) hanno accolto volentieri l’invito di MRS a discutere del “che fare” e delle prospettive della sinistra italiana (nazionale e locale) dopo l’esperienza della Lista Tsipras alle elezioni europee. Erano presenti i tre portavoce del Comitato provinciale de “L’Altra Europa con Tsipras” (Fiorenza Martufi per Pesaro, Gianguido Biral per Fano e Giovanni Torrisi per Urbino), Andrea Zucchi e lo stesso Torrisi per SEL di Pesaro e di Urbino (nessun esponente invece di SEL o Sinistra Unita di Fano), Marco Savelli per Rifondazione Pesaro, Corrado Filippini di Ross@ (Cremaschi) e naturalmente il gruppo di MRS a cominciare dal portavoce Simone Genovese, più Elisa Bartoli (Mosler Economics-Mmt) ed altri membri di comitati e associazioni cittadine.
Dalla lunga e appassionata discussione è emersa con chiarezza la comune volontà di proseguire «tutti insieme» il meglio dell’esperienza Tsipras (conclusasi con il raggiungimento del risicato ma significativo obiettivo elettorale, «nonostante una censura mediatica di tipo fascista»), ma con un nuovo inizio in modo da coinvolgere pienamente tutti coloro che a suo tempo non hanno aderito al progetto o ne sono rimasti delusi per vari motivi durante e dopo la campagna elettorale. Il nuovo obiettivo, condiviso da tutti i presenti, è la costruzione di una sinistra autonoma e alternativa, sull’esempio di Syriza in Grecia, della Linke in Germania ed anche della sinistra spagnola, che pur divisa in due realtà elettorali (entrambe confluite nella Sinistra Europea all’Europarlamento) ha totalizzato alle elezioni il 18% dei voti. Solo con una forza politica autonoma, unitaria e radicata saldamente nei territori sarà possibile creare un’alternativa credibile sul piano dei contenuti (e non della semplice collocazione “geopolitica”) ad un PD che ha drenato tutti i voti del centrodestra e che rappresenta in pieno la politica dell’austerità e dei trattati antipopolari voluti dalla finanza europea.
Torrisi ha introdotto il dibattito facendo efficacemente il quadro della situazione attuale, dopo le polemiche legate al ripensamento di Barbara Spinelli che è costato il seggio al “nostro” (del Collegio Centro) Marco Furfaro, giovane molto valido che abbiamo avuto modo di conoscere e apprezzare in campagna elettorale e col quale abbiamo parlato anche in questi giorni per lui amari. Marco, ha riassunto Torrisi, è stato “triturato” non solo dal dietrofront della Spinelli (criticabile soprattutto nel metodo) ma anche dalle inopportune dichiarazioni di dirigenti Sel come Vendola, Fava e Migliore (sul rapporto “strategico” col PD e la scelta definita “last minute” di presentarsi alle Europee con Tsipras anziché con Shulz), dichiarazioni ambigue pagate da un ragazzo che col suo impegno ed entusiasmo per il progetto Tsipras si era ampiamente meritato l’elezione. Ma ora, ha concluso Torrisi, si deve assolutamente evitare di mandare all’aria il progetto e di disperdere le nostre forze, costruendo invece dietro i 3 eletti a Strasburgo una struttura unitaria e democratica “dal basso” a cui essi dovranno quotidianamente rispondere.
A questo proposito Gianguido Biral e Fiorenza Martufi hanno relazionato sull’affollatissima assemblea romana di sabato scorso, in cui centinaia di comitati da tutta Italia hanno chiesto di andare avanti senza esitazioni nel progetto di costruzione della Sinistra, continuando il percorso avviato e superando gli attuali ostacoli per arrivare ad una Costituente verso metà luglio o addirittura entro giugno. Condizione di questo processo è quel rapporto con i ceti operai e popolari i cui voti sono mancati alla Lista Tsipras, e che invece è fondamentale per una sinistra che sia veramente tale (e ben più ampia del 4%!). I temi del lavoro, del precariato e della disoccupazione sono i primi da affrontare, sostenendo e partecipando alle lotte dei comitati dei precari e dei senza lavoro, anche attraverso iniziative concrete di solidarietà, sull’esempio di quanto sta facendo Syriza in Grecia (con alcuni suoi esponenti siamo in contatto diretto).
E’ stata infatti evidenziata (in particolare da Savelli) l’esigenza di relazionarci meglio con le altre realtà che fanno parte della Sinistra Europea, che nei vari paesi hanno ottenuto rilevanti successi non tanto «misurando i passi di distanza» dai partiti socialisti e moderati, quanto piuttosto facendo valere (e “vedere”) idee e programmi radicalmente diversi. In questo senso nel nostro Paese c’è molto da imparare, anche se l’esperienza della Lista ha fatto intravedere un’opportunità di ricomposizione della sinistra, riavvicinando realtà politiche che non si parlavano neanche più. Prima del contenitore politico, però, occorre «riaggregare una coalizione sociale, per usare un’espressione di Rodotà, a partire dalla stretta connessione con i territori e con le classi popolari oggi massacrate dalla crisi e ridotte alla disperazione».
A proposito dei territori, non è mancato chi ha sollevato critiche alle alleanze locali con il PD, a cui i compagni “coinvolti” hanno pacatamente replicato spiegando le specifiche condizioni dei comuni, l’esistenza comunque di programmi autonomi in competizione a quelli del PD e, in ultima analisi, la perdurante debolezza della sinistra sui territori, che non ne favorisce le aspirazioni all’autonomia se vuole tuttavia provare a incidere sul quadro politico locale. Ma la prospettiva futura è ben chiara a tutti quelli che hanno partecipato alla riunione, a cominciare da una risoluta difesa della Costituzione democratica e antifascista oggi minacciata dalle riforme istituzionali volute da Renzi. E questa difesa, è stato detto, va portata avanti anche nei comuni, restando coerenti con le proprie idee. «La nostra indipendenza la confermiamo in pieno – ha detto ad esempio Zucchi – E’ dall’esperienza unitaria della Lista Tsipras che dobbiamo ripartire. C’è un grande bisogno di unità e non possiamo dare spazio a nessun tentativo di divisione. C’è bisogno di una Syriza italiana; di un altro modello di società, cultura e ambiente». L’esigenza di andare avanti con l’esperienza unitaria è stata sottolineata con forza da Simone Genovese, che ha ricordato le tante difficoltà superate dal progetto Tsipras oltre al forte segnale dato dalla base di Sel che aveva imposto alla dirigenza l’adesione alla Lista. Diversi intervenuti hanno auspicato che anche le recenti polemiche Spinelli-Sel servano a mettere in chiaro chi è sinceramente intenzionato a continuare il lavoro A SINISTRA – impegnandosi quindi ad appianare i contrasti (come lo stesso Furfaro ha chiesto) – e chi invece ha un evidente interesse ad enfatizzare i “casi” in modo strumentale, come alibi per giustificare una nuova, forzata (?) intesa col PD (perfino quello di Renzi). Andrebbe in questo senso – è stato detto – anche un attacco esasperato (al di là dei suoi indiscutibili errori e aspetti inaccettabili) ai presunti «pericoli antidemocratici» rappresentati dal Movimento 5 Stelle, «che se anche in futuro dovesse dividersi in 3 parti – ha esemplificato Filippini – di cui solo una vicina alla sinistra, rappresenterebbe comunque un apporto significativo all’opposizione sociale e politica che noi vogliamo costruire». Sulla base di idee, è stato ricordato, che candidati come Gesualdi e Mancini hanno splendidamente spiegato nelle conferenze pre-elettorali organizzate dal nostro Comitato: iniziative che potrebbero essere riproposte in futuro da un “contenitore” stabile (rete o associazione) che potrebbe nascere in provincia di Pesaro e Urbino per proseguire il lavoro del Comitato, coinvolgendo anche coloro che non sono stati coinvolti nel progetto Tsipras e stabilendo contatti con i comitati cittadini e i giovani dei centri sociali: «E’ fondamentale che tutti i compagni continuino a parlare e a confrontarsi – ha concluso Filippini – Come abbiamo fatto stasera!».
L’ha ribloggato su Appunti Scomodi.
Grazie!