Nella campagna elettorale «più brutta di sempre» – come in molti l’hanno definita – noi di MRS abbiamo vissuto l’esperienza elettorale più bella di sempre, grazie a POTERE AL POPOLO. Ripartire dal basso, dalle lotte sociali e ambientaliste, dalle pratiche concrete di mutualismo e solidarietà, dalla radicalità dell’impegno sul territorio, ci ha permesso di rivitalizzare quei valori e ideali per i quali siamo nati 11 anni fa.
Volevamo rilanciare il socialismo libertario, ma non come nobile storia “antiquaria” di preziose reliquie (per dirla con Nietzsche) – e in questo ci siamo sempre differenziati da certi nostalgici dei vecchi partiti socialista e d’azione – bensì uscendo dalle logiche di parte o peggio di “setta” per contaminare con queste idee “radicali” (nel senso delle radici storico-ideali ma anche della radicalità e intransigenza “gobettiana” delle posizioni politiche), l’intera sinistra italiana. Una parte della quale, purtroppo, ha fatto altre scelte, accodandosi al ceto dirigente del vecchio Pd – responsabile delle nefandezze e del fallimento del centrosinistra – che aveva ed ha come unico obbiettivo la vendetta ai danni del “rottamatore”, quando è stata la storia, più che Renzi, ad averli rottamati. Un errore drammatico per mezza sinistra, dunque, cadere nella trappola di “Liberi e Uguali” e farsi risucchiare dal moderatismo bersaniano e dalemiano, che nulla ha più a che fare con i valori del socialismo.
E mentre il Movimento 5 Stelle , con la svolta moderata e governista impersonata da Di Maio, rinnegava molti dei fermenti “alternativi” delle origini (sul piano dell’ambientalismo e dei diritti) per rassicurare e farsi “accreditare” dagli squali della finanza italiana ed europea, dalle ceneri del Brancaccio è nato miracolosamente Potere al Popolo, che è riuscito a unificare quella parte della sinistra che non voleva commettere nessuno dei due errori contrapposti: aggregarsi ai paladini del centrosinistra pur di mantenere qualche scranno in Parlamento, oppure ripiegare (come i vari Rizzo e Ferrando) su un dogmatismo ideologico di pura testimonianza. No, noi radicalsocialisti non vogliamo fare i “testimoni di Geova” del sol dell’avvenire: vogliamo – come dichiarato nei documenti fondativi e nei nostri congressi – unire teoria e prassi, vogliamo mescolarci a chiunque lotti DAVVERO per le cause della giustizia e della liberazione, qualunque sia la sua “sigla” di riferimento o il “simbolo” che ha nel cuore; vogliamo che il socialismo, per dirla con Marx, non sia un “perfetto” pacchetto ideologico escogitato da qualche geniale riformatore del mondo o sagace capo-partito, al quale la realtà debba conformarsi tra 20 o 200 anni, ma «il movimento reale che abolisce l’attuale stato di cose». E nelle tante componenti che hanno dato vita a Potere al Popolo abbiamo trovato la stessa sensibilità e necessità, lo stesso bisogno di impegnarsi per quelle “classi popolari” che oggi non si identificano più con il vecchio proletariato, ma che rappresentano il “99%” del nostro popolo, a fronte di quell’1% che detiene la maggior parte delle ricchezze, in Italia e nel mondo. Un mondo rovesciato e da rimettere sui piedi, come diceva Marx a proposito di Hegel e dell’ideologia tedesca, restituendo appunto al POPOLO tutto il potere decisionale.
Potere al Popolo non è perfetto, è solo l’inizio di un processo, ma è stato un buon inizio. Nel mezzo di un assordante silenzio mediatico, con i sondaggi che lo davano allo “zero virgola” (quando avevano la bontà di citarlo), noi di MRS abbiamo assistito al piccolo miracolo di vedere schierarsi spontaneamente con PaP tutti i fondatori del nostro movimento, e la stragrande maggioranza degli iscritti. Apprezzando e ringraziando proprio per questo quei compagni che, pur facendo scelte elettorali diverse (e ci mancherebbe altro, in un’associazione plurale come la nostra, che mobilita circa seimila persone!) hanno lasciato senza polemiche che il Movimento vivesse questa bella e utile esperienza, in cui siamo cresciuti e ci siamo fatti conoscere: per le nostre elaborazioni politiche e culturali, non certo per la nostra organizzazione che abbiamo voluto tenere in secondo piano (anche nelle candidature) e che per noi è solamente uno strumento di riflessione e di analisi. Ma l’aver trovato un’espressione pratica delle nostre idee, con Potere al Popolo, ed esserci riorganizzati in modo più visibile e operativo grazie alla nostra portavoce Katia Bellillo e a tanti compagni che hanno attivamente partecipato alla campagna elettorale, è stato entusiasmante.
A conclusione della campagna elettorale, vorremmo ringraziare tante persone ma ci limitiamo a poche “citazioni” (per non escludere i tanti altri che abbiamo sentito molto vicini): Katia Bellillo, che per noi e per PaP è finalmente tornata alla politica attiva; la “capa tosta” Viola Carofalo, in rappresentanza del meraviglioso gruppo di Je so’ pazzo che ha lanciato la “folle” sfida elettorale; Giorgio Cremaschi per il suo trascinante impegno di “bambino” entusiasta per la prima volta nella sua vita di un simbolo da barrare sulla scheda; la 94enne Lidia Menapace, partigiana e pacifista, per la tenacia dimostrata anche nel lungo viaggio da Trento a Macerata in occasione della grande manifestazione antifascista; Maurizio Acerbo, il “radicalsocialista” honoris causa che ha guidato Rifondazione in questo approdo, ed infine – last but not least – le compagne ed i compagni del gruppo facebook Sinistra L’Alternativa, per aver creduto con forza e determinazione che tutto questo sarebbe stato possibile.
Comunque vada il 4 marzo, sarà – anzi E’ GIA’ STATO – un successo. Avanti!